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Analisi modellistica febbraio - le ultime cartucce

Aperto da MrPippoTN, Lun 02 Febbraio, 2015, 15:54:38

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inferno bianco

Citazione di: preda il Mar 17 Febbraio, 2015, 23:12:04
Avrà sicuramente ragione gfs... ;D

Quoto ;D...comunque direi di puntare al 28 ( use your illusion V  ;D)

Thomyorke

Reading che praticamente cancella il peggioramento. Vince gfs.
www.meteomollaro.it 

Il 28 dicembre 2020 verrà festeggiato come il 25 Aprile della meteorologia trentina. Amen.

preda

È andata, modelli scandalosi, mai stati così...

Bernie

Non tollero alcuna forma di limitazione della mia libertà personale.

lorenzo_TN

Citazione di: Thomyorke il Mer 18 Febbraio, 2015, 08:01:31
Reading che praticamente cancella il peggioramento. Vince gfs.

In realtà ci sono differenze abissali tra i due. GFS vede il niente, ma praticamente per tutti. Reading rispetto a ieri sera sposta un po' più ad ovest, ma qualcosa si vedrebbe. Favorita ancora la zona del Canton Ticino.

lorenzo_TN

ECMWF


UKMO


GME


GFS


Al momento la visione più diversa è quella di GFS...poi magari è quella giusta eh...

bantu86

L'importante è che non rinevichi al NW....piuttosto che salti tutto....

lorenzo_TN

Citazione di: bantu86 il Mer 18 Febbraio, 2015, 09:36:52
L'importante è che non rinevichi al NW....piuttosto che salti tutto....

A me non me ne frega niente se nevica da altre parti, sono contento se nevica qui e bon.
In altri anni è nevicato solo qui e lì no...non sempre si è fortunati. D'altronde nella maggior parte dei casi sono zone con medie nivometriche molto superiori alle nostre...

Thomyorke

Tra sabato e domenica probabili deboli nevicate anche a quote basse.

meteotrentino...
www.meteomollaro.it 

Il 28 dicembre 2020 verrà festeggiato come il 25 Aprile della meteorologia trentina. Amen.

bantu86

Citazione di: Thomyorke il Mer 18 Febbraio, 2015, 10:21:58
Tra sabato e domenica probabili deboli nevicate anche a quote basse.

meteotrentino...

Molto più vaghi i bolzanini...

"Sabato le nubi tenderanno ad aumentare per l'avvicinarsi di un fronte freddo. Nel corso della giornata saranno probabili delle precipitazioni che tenderanno ad esaurirsi durante la giornata successiva."

inferno bianco

A conferma di un " rinnovato piglio" ( per modo di dire ;D) di gfs, ecco le correlazioni a 240 ore che segnalano il sorpasso su Reading ( lo 0.51 rispetto allo 0.49)

Thomyorke

piano piano sto raccogliendo alcune riflessioni sull'inverno in corso e il giudizio che emerge è molto negativo. La vera protagonista, per quanto mi riguarda, è stata la noia. Pochi episodi nevosi, modelli che hanno ritrattato sistematicamente le congiunture nevose previste (non che fossero poi così allettanti, a parte il clamoroso est shift della perturbazione del 27 dicembre, maledizione! >:(). Insomma, voto 3,5 per quanto mi riguarda. Il pattern barico generale non si è mai schiodato da inizio dicembre: alta pressione sulla Spagna, onde corte poco ficcanti e qualche episodio di favonio con annesso minimo basso...
Sono convinto peraltro che gli episodi avrebbero potuto essere più favorevoli a noi, con un pizzico di fortuna in più (leggasi, nevone mancato del 27 dicembre quando con il cuscino che c'era sarebbero bastati 20 mm per farci vivere un periodo meraviglioso). Peccato anche per tutti questi fronticelli che all'ultimo decidono di deviare, ma mi pare che qui la sfortuna conti poco: la disposizone delle figure bariche sullo scacchiere europeo non ci favorisce e i minimi non possono fare altro che scivolare a sud e le depressioni strozzarsi fra i gangli altopressori. Spero di vivere una primavera dinamica, con fronti perturbati interessanti e momenti di esaltazione meteo. Come sapete io sono un meteofilo a 360 gradi e a differenza del pippo sono poco avvezzo all'aperitivofilia. La birra me la bevo anche a 3000 mt in un rifugio sotto una bufera in luglio. Odio le passioni "a scadenza". 
www.meteomollaro.it 

Il 28 dicembre 2020 verrà festeggiato come il 25 Aprile della meteorologia trentina. Amen.

manolo

Citazione di: Thomyorke il Mer 18 Febbraio, 2015, 15:45:22
piano piano sto raccogliendo alcune riflessioni sull'inverno in corso e il giudizio che emerge è molto negativo. La vera protagonista, per quanto mi riguarda, è stata la noia. Pochi episodi nevosi, modelli che hanno ritrattato sistematicamente le congiunture nevose previste (non che fossero poi così allettanti, a parte il clamoroso est shift della perturbazione del 27 dicembre, maledizione! >:(). Insomma, voto 3,5 per quanto mi riguarda. Il pattern barico generale non si è mai schiodato da inizio dicembre: alta pressione sulla Spagna, onde corte poco ficcanti e qualche episodio di favonio con annesso minimo basso...
Sono convinto peraltro che gli episodi avrebbero potuto essere più favorevoli a noi, con un pizzico di fortuna in più (leggasi, nevone mancato del 27 dicembre quando con il cuscino che c'era sarebbero bastati 20 mm per farci vivere un periodo meraviglioso). Peccato anche per tutti questi fronticelli che all'ultimo decidono di deviare, ma mi pare che qui la sfortuna conti poco: la disposizone delle figure bariche sullo scacchiere europeo non ci favorisce e i minimi non possono fare altro che scivolare a sud e le depressioni strozzarsi fra i gangli altopressori. Spero di vivere una primavera dinamica, con fronti perturbati interessanti e momenti di esaltazione meteo. Come sapete io sono un meteofilo a 360 gradi e a differenza del pippo sono poco avvezzo all'aperitivofilia. La birra me la bevo anche a 3000 mt in un rifugio sotto una bufera in luglio. Odio le passioni "a scadenza".

Allora siamo in due ad aspettare i temporali   ;)
Se il clima fosse una banca sarebbe già stato salvato (H.Chavez)
La neve ci insegna, che per farsi notare, non c'è bisogno di far rumore

Thomyorke

non solo i temporali ma anche quei bei fronti primaverili stile aprile 98'...ricordate? :'( :'( :'( ;)
www.meteomollaro.it 

Il 28 dicembre 2020 verrà festeggiato come il 25 Aprile della meteorologia trentina. Amen.

Heinrich

Citazione di: Thomyorke il Mer 18 Febbraio, 2015, 15:45:22
piano piano sto raccogliendo alcune riflessioni sull'inverno in corso e il giudizio che emerge è molto negativo. La vera protagonista, per quanto mi riguarda, è stata la noia. Pochi episodi nevosi, modelli che hanno ritrattato sistematicamente le congiunture nevose previste (non che fossero poi così allettanti, a parte il clamoroso est shift della perturbazione del 27 dicembre, maledizione! >:(). Insomma, voto 3,5 per quanto mi riguarda. Il pattern barico generale non si è mai schiodato da inizio dicembre: alta pressione sulla Spagna, onde corte poco ficcanti e qualche episodio di favonio con annesso minimo basso...
Sono convinto peraltro che gli episodi avrebbero potuto essere più favorevoli a noi, con un pizzico di fortuna in più (leggasi, nevone mancato del 27 dicembre quando con il cuscino che c'era sarebbero bastati 20 mm per farci vivere un periodo meraviglioso). Peccato anche per tutti questi fronticelli che all'ultimo decidono di deviare, ma mi pare che qui la sfortuna conti poco: la disposizone delle figure bariche sullo scacchiere europeo non ci favorisce e i minimi non possono fare altro che scivolare a sud e le depressioni strozzarsi fra i gangli altopressori. Spero di vivere una primavera dinamica, con fronti perturbati interessanti e momenti di esaltazione meteo. Come sapete io sono un meteofilo a 360 gradi e a differenza del pippo sono poco avvezzo all'aperitivofilia. La birra me la bevo anche a 3000 mt in un rifugio sotto una bufera in luglio. Odio le passioni "a scadenza". 
Quoto sul versante "noia" per quanto riguarda il meteo-appassionato c'è poco da dire.

Mi dilungerò magari in un pensiero già troppe volte ribadito ma sempre utile. Forse è OT.
Io infatti cercherei sempre più di fare un discorso fuori dall'ambito amatoriale e il più possibile sostenuto da certa letteratura scientifica in ottica futura.

Perché capire che questi saranno gli inverni dei prossimi 80 anni sarà difficile.

Se è vero che la Terra gira, allora le aree terrestri esposte agli oceani ad ovest -com'è stato già notato altrove- subiranno profonde trasformazioni climatiche.
80mila anni fa l'ultima glaciazione lasciava dietro di sé aree del suolo boreale completamente sprofondate e depresse per via del peso del ghiaccio: da lì nacquero i Grandi Laghi americani, il Salt Lake, da lì si conformò la costa cinese e coreana e il plateau mongolo unito alla depressione siberiana, da lì si spezzò l'aggancio al continente e le isole britanniche si separarono e sorsero così i mari interni del Nord e il Baltico.

Oggi potremo assistere in pochissimi anni rispetto ai tempi geologici terrestri a profonde mutazioni della crosta, date dall'ingerenza di un clima estremizzato.
L'aspetto più interessante di tutte queste chiacchiere sul futuro climatico del pianeta è che quando si citano gli scenari più catastrofici e apocalittici, questi sono così perché riguardano solo noi umani: la vita sulla Terra si è ripresa da molto peggio che le polluzioni e l'inquinamento acido della razza umana.
Infatti quando si citano gli scenari più catastrofici quindi lo si fa solo perché questi minacciano la nostra stessa capacità di sopravvivenza sul pianeta.

L'Italia dal 2013 rispetta il calo di immissioni di CO2 firmato nel 1998: -20% rispetto alla data fatidica del 1990. Il picco d'emissioni nel paese fu raggiunto nel 2005 e da quell'anno la riduzione è stata costante.
L'anno scorso è riuscita ad emettere molto meno dello stesso 2013 e del 1990 e 1998 e 2005.

http://www.repubblica.it/ambiente/2015/02/14/news/italia_emissioni_gas_serra-107308818/?ref=search

Purtroppo il trend nazionale non rispecchia quello mondiale. L'est del mondo sta viaggiando a livelli di sfruttamento con conseguente produzione di scarti senza precedenti: oltre 3 miliardi di persone stanno accedendo a tecnologie inquinanti da noi adoperate e ammodernate.
La NASA sta studiando l'impatto di migliaia di kmq di polveri sottili d'origine cinese (Beijing - Shanghai) che la Jet Stream cattura e scarica sul Polo e che può avere serie ripercussioni sul clima degli USA e del Canada, i quali climi a loro volta ridistribuiscono le sinottiche che prima dell'inizio dell'era industriale connotavano il clima del nostro continente, il quale a sua volta muta le condizioni climatiche dell'Asia steppica e via, con interazioni meridiane che portano a mutare pure le aree meteorologiche propriamente più stabili delle fasce equatoriali.

In questo trend, fatto di meccanismi di retroazione negativa sfasati dai loro ritmi naturali biochimico-fisici, trend avviatosi con evidenza a partire dal secondo Novecento, la civiltà umana non ha saputo muoversi in direzione opposta.
Anzi ha dimostrato che l'idea di civiltà moderna non può esserci senza uno sfruttamento massiccio delle risorse energetiche fossili.
Ora lentamente si sta capendo la cosa: Obama ha firmato e fermato ogni velleità affaristica americana sull'Artico, nessuna trivellazione a stelle e strisce verrà fatta lassù.
Molti stati occidentali si stanno accorgendo del danno.
Ma questo sarà solo l'inizio.



La zanzara tigre nel 1995 raggiunse Roma. In due cicli riproduttivi raggiunse il Brennero. Nel 2001-2002 in Baviera nell'area dei laghi subalpini si registrò la sua presenza, entro il 2005 era in Danimarca.
Le rondini dall'inizio degli anni '80 iniziarono a non migrare più ogni inverno verso l'Africa e cominciarono ad accontentarsi delle coste peninsulari mediterranee.
Dai primi anni 2000 la ritirata del freddo invernale diffuso sul continente europeo le ha abituate diversamente.
Per gli entomologi i cicli larvali che cominciano anticipatamente segnano un punto di svolta nella catena alimentare degli ecosistemi europei: più insetti sopravvivono alla vasta selezione primaverile compiuta dai loro diretti divoratori cioè i volatili.
Le api stanno scomparendo: con lo sviluppo dell'industria petrolchimica l'antica arte dell'agricoltura s'è fatta intensiva e industriale, comportando l'azzeramento degli ecosistemi che ruotavano attorno alle coltivazioni fino a cinquant'anni fa.

Il quadro tracciabile con la biologia è che lo stato in cui versa la crosta terrestre è di una biodiversità profondamente impoverita.
La biosfera quindi, questa pellicola di 20km d'altezza fatta d'aria e terra in cui si consumano tutte le nostre vite, è stata cambiata dall'uomo.

La minaccia maggiore è data dall'inacidirsi dell'habitat in cui stiamo: l'inquinamento inacidisce le acque e gli oceani, inacidendosi, perdono la loro capacità d'emettere il 25% di ossigeno di cui sono responsabili e minacciano la nostra sopravvivenza.
Disboscare fa scendere ulteriormente l'emissione di ossigeno.
Eppure l'insegnamento è semplicissimo: io vivendo emetto CO2 e mi immetto ossigeno, la pianta vivendo emette ossigeno e si immette CO2. Il legame è inscindibile.

Gli oceani sono ecosistemi immensi di cui non abbiamo capito molto ma che nonostante siano stati gravemente alterati da rovinose emissioni (umane e non: da eruzioni di crateri di metano a quelle nostre di petrolio), si prodigano nel miracolo primaverile di far rifiorire quei miliardi e miliardi di batteri che emettono ossigeno e tinteggiano di verde il Pacifico in primavera: l'efflorescenza dei cianobatteri è una dinamica molto studiata.

Se questi si scaldano e si alterano, inacidendo il sistema metabolico della Terra, allora profondi mutamenti prenderanno corpo.
La biosfera è sempre mutata e ciò è risaputo: le colonie di cianobatteri a spugna sulle coste hanno emesso tonnellate d'ossigeno ed hanno lenito l'azione devastante e bruciante dei raggi solari con un deflettore che è l'ozono.
La vita fuori dall'acqua è potuta proliferare in forma vegetale portandosi con sé poi una vasta gamma di forme animali, in primis gli insetti, che l'ha plasmata.
Lo sviluppo verticale delle piante ha creato gli alberi, poi le foglie e poi, quando il mondo animale s'è adattato a questa enorme colonizzazione planetaria, sono apparse (circa 200-180mln d'anni fa) prima i ciuffi d'erba nel sottobosco e poi i fiori sui rami degli alberi.
Queste due innovazioni hanno riplasmato il paesaggio terrestre, dando via ad ulteriori modificazioni della vita animale: non più un regime a sangue freddo e ad uovo, ma uno più stabile che era quello mammifero.
L'innovazione dei fiori e poi dei frutti ha permesso alla vita vegetale e animale di unirsi per sempre.
47 milioni di anni fa s'è distinto da una certa famiglia di mammiferi un tipo di proto-scimmia da cui saremo derivati noi.
2 milioni di anni fa noi smettiamo di poggiare sulle mani e nelle vaste savane erbose compiamo il gesto d'alzarci in piedi per vedere oltre i ciuffi d'erba.
Oggi abbiamo colonizzato il mondo calpestabile e abbiamo di conseguenza segnato quello acquatico degli scarti della nostra presenza.


L'homo sapiens sapiens esiste da nemmeno 80mila anni: si mosse circa 75mila anni fa dall'area egiziana e nubiana dell'Africa e, sfruttando il ritiro dei ghiacci e le terre emerse, colonizzò il pianeta (per ultimo il Sud dell'America e l'Oceania).
La storia inizia con la scrittura circa 12mila anni fa, anno in cui l'agricoltura avviò alla civiltà.
L'effettiva dominazione dell'uomo su tutta la biosfera è però un fatto storico recentissimo: l'Antropocene, l'era dell'uomo, è iniziata secondo l'OMS ufficialmente nel 2007. Per altri anche con Hiroshima, per altri ancora pure prima.
Il fatto è che la civiltà è ovunque ora nel pianeta e si omologa sempre più.
I suoi scarti segnano l'habitat in cui è potuta proliferare un tempo, modificandolo.

L'era dell'uomo, così com'è cominciata, può finire anche senza la sua presenza, ma la traccia rimarrà a lungo (dal sacchetto di plastica alle costruzioni), la modificazione in atto porterà e sta portando a vivere un mondo semplicemente "completamente diverso da quello su cui abbiamo costruito le nostre vite".
E il diverso non è nel blu del cielo o nella luna o nel sole, il diverso è in un'ampia serie di dettagli.


Fine delle considerazioni, amen.