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Alluvione del 66'

Aperto da Thomyorke, Ven 23 Agosto, 2013, 15:42:32

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Thomyorke

Sono rimasto colpito dalla configurazione barica che ha generato l'evento alluvionale più importante del secolo scorso. Mi sarei infatti aspettato la "classica" situazione di blocco con hp ad est dell'italia e depressione che affonda nel mediterraneo generando continui fronti forieri di precipitazioni in un contesto termico particolarmente elevato (cosa che in effetti si verificò durante gli alluvioni del 94' e del 2000, i quali martoriarono soprattutto il nord-ovest d'Italia).
Invece, ciò che ha creato problemi fu sostanzialmente l'intensità delle precipitazioni e lo scioglimento della neve caduta abbondante in ottobre fino a quote piuttosto basse. La cosa curiosa, a mio avviso, è che non vi furono grossi aumenti termici. Sopra i 2500 mt è stata presumibilmente sempre neve e, valutando le reanalisi dall'archivio wetterzentrale, anche più in basso ad ovest.
L'accumulo dei 3 giorni a Trento fu di 163 mm (fonte: http://www.protezionecivile.tn.it/binary/pat_protezione_civile/alluvionipiene/memoriaalluvione_11_1966.1304677119.pdf). Certo spicca il dato di Cavalese, 242 mm.
Probabilmente le correnti tese da sud hanno prodotto accumuli via via maggiori procedendo verso nord.
Ecco comunque le carte dell'evento. Quella del 4 novembre mi pare molto molto simile alla configurazione del 10 dicembre 2008...









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Il 28 dicembre 2020 verrà festeggiato come il 25 Aprile della meteorologia trentina. Amen.

Thomyorke

scaldata tutt'altro che drammatica! Vermiglio deve aver visto neve in quei giorni. Ma come fu possibile l'alluvione!? Gestione pessima del territorio!?
In confronto il 2002 fa paura, visto dalle carte...

ecco ad 850 hpa. Niente di drammaticamente caldo:



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Thomyorke

qualcuno ha delle idee!? Testimonianze?! Ricordi?! Aiutoooooooooooo :o
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Thomyorke

ecco il 10 dicembre 2008. Dinamica sovrapponibile a quella del 4 novembre 1966. Correnti un po' meno tese e durata dell'evento radicalmente inferiore...



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Giacomo da Centa

Citazione di: Thomyorke il Ven 23 Agosto, 2013, 15:46:37
scaldata tutt'altro che drammatica! Vermiglio deve aver visto neve in quei giorni. Ma come fu possibile l'alluvione!? Gestione pessima del territorio!?
In confronto il 2002 fa paura, visto dalle carte...

ecco ad 850 hpa. Niente di drammaticamente caldo:





Io qualcosa sì, ma te lo scrivo con calma stasera o prox giorni!
Ora devo scappare ad allenare i Giovanissimi...ciaooo!

Thomyorke

Uhm, in Primiero si arrivò a 485 mm...(Passo Cereda). Intensità paurosa delle precipitazioni. Dai documenti letti e dalle reanalisi si evince che si arrivava da un periodo caratterizzato da costanti anche se non drammaticamente intensi periodi perturbati. Il terreno era già parzialmente saturo e probabilmente l'intensità delle precipitazioni ha limitato il drenaggio e lo smaltimento dell'acqua in forme non pericolose per le infrastrutture.
Non sono d'accordo sull'attribuzione della responsabilità dell'evento all'aumento termico. Mi pare che sia evidente che l'evento perturbato sia avvenuto in un contesto termico assolutamente normale per la stagione. A questo proposito sarei davvero curioso di sapere la quota neve nelle zone occidentali del trentino, durante l'evento... ?*?*?
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Thomyorke

Citazione di: Giacomo da Centa il Ven 23 Agosto, 2013, 16:02:41
Citazione di: Thomyorke il Ven 23 Agosto, 2013, 15:46:37
scaldata tutt'altro che drammatica! Vermiglio deve aver visto neve in quei giorni. Ma come fu possibile l'alluvione!? Gestione pessima del territorio!?
In confronto il 2002 fa paura, visto dalle carte...

ecco ad 850 hpa. Niente di drammaticamente caldo:





Io qualcosa sì, ma te lo scrivo con calma stasera o prox giorni!
Ora devo scappare ad allenare i Giovanissimi...ciaooo!


grazie giacomo!! Sono curioso. Buon allenamento! ;)
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Thomyorke

uhm...
ho un'idea. Nei giorni che precedettero l'evento vi fu un'irruzione fredda. Probabilmente il terreno, almeno nello strato superficiale, ha gelato dalle quote medie in su. Questo fattore potrebbe aver causato ulteriori difficoltà di drenaggio assieme al riversamento di gran parte dell'acqua caduta nelle zone montuose verso i fondovalle.
Ecco infatti l'irruzione fredda:





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manolo

io ricordo che a Trento non è che abbia piovuto molto,il casino l'ha fatto nella parte orientale della regione dove ha piovuto molto di più con anche delle vittime.
L'Adige a Trento straripo' per l'ingente quantità trasportata dall'Avisio e poi il territorio non era mica curato come adesso.....
Se il clima fosse una banca sarebbe già stato salvato (H.Chavez)
La neve ci insegna, che per farsi notare, non c'è bisogno di far rumore

Thomyorke

Citazione di: manolo il Ven 23 Agosto, 2013, 17:21:52
io ricordo che a Trento non è che abbia piovuto molto,il casino l'ha fatto nella parte orientale della regione dove ha piovuto molto di più con anche delle vittime.
L'Adige a Trento straripo' per l'ingente quantità trasportata dall'Avisio e poi il territorio non era mica curato come adesso.....

ricordi per caso le temperature di quei giorni?! La quota neve!? So che chiedo troppo... ;)
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manolo

Se il clima fosse una banca sarebbe già stato salvato (H.Chavez)
La neve ci insegna, che per farsi notare, non c'è bisogno di far rumore

manolo

Citazione di: Thomyorke il Ven 23 Agosto, 2013, 17:23:22
Citazione di: manolo il Ven 23 Agosto, 2013, 17:21:52
io ricordo che a Trento non è che abbia piovuto molto,il casino l'ha fatto nella parte orientale della regione dove ha piovuto molto di più con anche delle vittime.
L'Adige a Trento straripo' per l'ingente quantità trasportata dall'Avisio e poi il territorio non era mica curato come adesso.....

ricordi per caso le temperature di quei giorni?! La quota neve!? So che chiedo troppo... ;)
non era freddo,ma altro non so dirti  ;)
Se il clima fosse una banca sarebbe già stato salvato (H.Chavez)
La neve ci insegna, che per farsi notare, non c'è bisogno di far rumore

Thomyorke

riguardando le mappe sono sempre più convinto del fatto che ad ovest il disastro fu evitato anche per la q.n. bassa. Secondo me in Tonale, per dire, ha sempre nevicato...
Ad est q.n. probabile sui 2500 nei momenti più caldi...
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preda

Predazzo 376 mm alcuni morti in paese... :(

preda

VENERDÌ 4 NOVEMBRE 1966 ... IL GIORNO PIÙ LUNGO

Venerdì 4 novembre 1966, ore 08.00
Frane a Valsorda, sulla statale della Fricca, tra Ponte Alto e Civezzano. Le strade da e per la Valsugana sono bloccate.
A Trento l'idrometro sull'Adige, al ponte di San Lorenzo, segna il livello di 2 metri.

Ore 09.30
Il Rio che scende dalle Gustaie per il Melàs entra nel Caffè Pieve, a Fiera: è la prima avvisaglia dell'alluvione in Primiero.

Ore 10.00
Allarme a Predazzo, in Val di Fiemme. L'Avisio e il Travignolo sono in piena. Una frana si riversa nell'Avisio provocandone la tracimazione.

Ore 10.30
Sirene d'allarme a Mezzano, in Primiero: il Cismon è in piena.

Ore 11.30
Suona la sirena a Moena, in Val di Fassa: l'Avisio invade la piana verso Predazzo.

Ore 12.00
Nuovo allarme a Moena per le frane provocate dal torrente San Pellegrino.
A Imer, in Primiero, il torrente San Pietro e il rio Rizzol sono in piena. Il Cismon rompe 200 metri di argine. Le campagne tra Siror e Tonadico sono inghiaiate e le più recenti aree residenziali di Tonadico distrutte. Crolla anche il ponte di San Silvestro e le frane bloccano la statale della Gobbera: la valle di Primiero è isolata.
L'idrometro del ponte di San Lorenzo a Trento tocca 2,54 metri.

Ore 12.30
Prime frane a Valfloriana, in Valle di Fiemme, a monte di Barcatta. Viene distrutta la strada verso Casatta. Le dodici frazioni del paese sono completamente isolate. Inizia l'evacuazione di Ischiazza e dei Masi, sepolte sotto le frane di terra e pietre, che si concluderà il 20 novembre.

Ore 13.00
Una frana blocca la ferrovia della Valsugana all'altezza di Ponte Alto. Il Brenta tracima a Pianello di Grigno.

Ore 13.50
Una frana dal Fisto a Ches, frazione di Spiazzo Rendena, distrugge quattro case provocando la morte di Giovanni Battista Massari, 74 anni, della moglie Ines (65) e di Giovanna Massari (54). Vengono sgomberati i vicini villaggi di Bocenago e Fisto.

Ore 14.00
Raffiche di vento caldo si abbattono da sud-ovest sul plesso Lagorai-Cima d'Asta. Trecentomila metri cubi di legname vengono schiantati nell'intero territorio provinciale.
Il Genio civile dispone per Trento il "Servizio di piena" e prepara l'esecuzione dell'ordine di sgombero. Al ponte di San Lorenzo l'Adige raggiunge i 3,60 metri.
Una prima frana si abbatte su Bocenago, in Val Rendena.
In Valsugana il rio Cinaga scende a valanga su Samone. I vigili del fuoco fanno saltare il bacino di decantazione a nord-est dell'abitato. Il Brenta supera la massicciata ferroviaria a Borghetto (Grigno): il fondovalle è invaso dall'acqua.
A Ziano, in Valle di Fiemme, l'Avisio inizia a straripare invadendo la parte bassa del paese. Crollano i tralicci tra Mazzin e Fiera: l'intera valle è senza energia elettrica.
Prime grosse erosioni del torrente Lozen nel Vanoi.

Ore 14.15
In Valsugana il rio Cinaga rompe il condotto sotterraneo a Strigno e si riversa lungo il centro dell'abitato.

Ore 14.30
Allagamento della centrale di Castelpietra: la valle di Primiero è senza energia elettrica.
In Valsugana il torrente Grigno e il Brenta rompono a Grigno, all'altezza delle vecchie trincee. Crollano gli argini dal ponte dei Filippini fino a Martincelli. La frazione di Tezze è allagata.

Ore 15.00
Viene sgomberata d'urgenza la stazione ferroviaria di Strigno, in Valsugana.
Campane a martello a Canal San Bovo, nel Vanoi. Il Lozen in piena provoca frane alle Prade. Le provinciali del Brocon e della Cortela vengono interrotte. Piena e allagamenti del Vanoi in Val Cia e riversamento di massi dal torrente nelle campagne di Caoria. Frane vengono segnalate anche a Ronco-Cainari.
A Cavalese, in Valle di Fiemme, l'Avisio provoca il crollo dei ponti Masi e Cascate. L'acquedotto è inquinato. Crollano i tralicci e manca l'energia elettrica.
A Trento l'Adige fa segnare 4 metri e 40 centimetri.

Ore 15.30
In valle di Fiemme, a Ziano, il rio Sadole semina distruzione nelle frazioni Roda, Bosin e Zanolin. L'isolamento di Valfloriana è completo: anche la linea telefonica viene interrotta e le strade verso Molina e Segonzano sono distrutte.
In Valsugana il torrente Maso devasta il bacino della centrale idroelettrica di Carzano, le opere di presa, le strade, e provoca gravi danni alla campagna del paese. Il Chieppena prorompe su Strigno e Villa Agnedo in una prima ondata di piena: vengono travolti i ponti Gallina a Bieno, quelli dei Lupi e della Coppara a Strigno, quello di Ivano Fracena, di Villa, della Statale e della ferrovia a Villa Agnedo. Viene distrutta la segheria Dalmaso a Strigno, parte del cimitero vecchio.
A Villa Agnedo primi gravi danni alla chiesa di Villa, allo stabilimento Baur Foradori e al caseificio sociale. Gli abitati di Villa, Agnedo e il rione dei Monegati a Strigno vengono evacuati. Muoiono Tullio Valner, 43 anni, di Strigno, e Luigi Paterno, 77 anni, di Villa. A Ospedaletto piene della Grava e della Boanella.
A Fontanelle, nel Comune di Terragnolo, in Vallagarina, Mario Rovro (45 anni) viene travolto da una frana sul versante in prossimità del torrente Leno.

Ore 16.00
In Valsugana nuova valanga d'acqua del rio Cinaga su Samone: danni all'acquedotto e alle campagne.
Il Tamer frana su Transacqua, in Primiero. Il Cismon invade la parte bassa di Imer. L'Adige a Trento raggiunge il livello di 5 metri (ponte San Lorenzo).
Ad Avio, Vò Sinistro e Borghetto l'Adige sommerge gli abitati sotto un metro d'acqua. Le campagne di Calliano, Volano, Nogaredo e Ischia sono sommerse.

Ore 16.15
Arriva l'ordine di aprire le saracinesche della galleria Adige-Garda. Nel lago vengono riversati cinquanta metri cubi d'acqua al secondo.

Ore 16.20
A Mezzano, in Primiero, il Cismon apre una falla sull'argine e invade le campagne. Il Rio San Pietro interrompe la strada per Imer. Inizia la grande frana che scende sul paese dalle Pralonghe e dalle Pomaie.

Ore 16.30
Campane a martello a Predazzo, in Valle di Fiemme: il paese è assediato dall'Avisio e dal Travignolo.
Pietro Maini, comandante dei vigili del fuoco volontari di San Giacomo, 38 anni, e Rodolfo Lorenzi (60) vengono travolti da una frana a Cassana di Caldes, in Valle di Sole.

Ore 17.00
Si aggrava la situazione a Trento. I treni in transito vengono bloccati a Rovereto e a Lavis. Il bacino di Stramentizzo è al limite: tutte le saracinesche sono state aperte. Trento sud viene allagata dal rio Salè. Parte l'ordine di sgombero di Trento nord. Al ponte di San Lorenzo l'Adige è a quota 5,58 metri.
A Borgo Valsugana il Brenta corre all'altezza dei ponti.
Una seconda frana investe Bocenago, in Val Rendena. Altre frane vengono segnalate in Val di Genova.
Il Travignolo invade la periferia e la campagna di Predazzo, Valle di Fiemme. Carlo Delugan, vigile del fuoco volontario di 36 anni, soccombe mentre tenta di raggiungere la caserma dei carabinieri isolata da ore.
Crolla il ponte sulla provinciale del Brocon. Luigi Rattin (46 anni), pastore di Ronco, sta transitando con il gregge e viene travolto dal rio Canali.

Ore 17.30
Il rio Rik scorre per le strade di Transacqua, in Primiero, uccidendo Giacomo Pradel (82 anni).

Ore 18.00
A Trento l'Adige tracima a monte del ponte di San Giorgio. Al ponte di San Lorenzo raggiunge i 5,90 metri. Inizia l'allagamento di Trento nord e delle zone di Torre Verde e Torre Vanga.
In Valsugana in Brenta rompe tra Borgo e Roncegno, alla confluenza con il torrente Larganza. Il Brenta vecchio rompe a Onea. Olle è allagata dai "boali" della montagna. Il Moggio rompe sopra e sotto l'abitato. Frane in Sella.
A Imer, in Primiero, il Cismon abbatte due abitazioni e causa la morte di Francesco (Franz) Boninsegna (61 anni), presidente della locale Cassa rurale. Brigida Turra in Depaoli (43 anni) soccombe sotto una frana provocata dal rio Guastaia in località Melàs, a Pieve (Fiera di Primiero).

Ore 18.15
In Valle di Sole una frana a Cusiano travolge due abitazioni. Frane anche sulla strada del Tonale.
La linea ferroviaria della Trento-Malè viene danneggiata in diversi punti. La statale della valle di Non è interrotta. Allagamenti estesi a Mezzolombardo.

Ore 18.30
A Borgo Valsugana il Brenta sfiora i marciapiedi e allaga i portici. Venti centimetri d'acqua nei negozi di Corso Peruzzo e cantine allagate fino al soffitto. Olle "naviga nell'acqua". La zona di Borgo vecchio è allagata.
A Tesero, in Valle di Fiemme, il rio Bianco abbatte il ponte sulla strada statale. A Rover, frazione di Capriana, una frana travolge un'abitazione uccidendo Alfredo Tomaselli (57 anni), Simone Tavernara (53) e Maria Tavernara Tomaselli (53).

Ore 19.00
Il Brenta tracima alla Barricata di Villa Agnedo, in Valsugana. Un metro d'acqua invade la strada statale, interrompendola completamente. A Borgo il Corso Peruzzo è allagato.
Viene aumentato lo scaricamento della galleria Adige-Garda, che ora spinge nel lago 430 metri cubi d'acqua al secondo.
A Trento l'Adige fa segnare 6,12 metri al ponte di San Lorenzo.

Ore 19.30
In Valsugana il torrente Chieppena riversa su Strigno e Villa Agnedo una grande frana di massi che completa l'opera di distruzione iniziata con la piena delle 15.30.
A Trento l'ingegnere capo del Genio civile Federico Menna ordina la chiusura delle saracinesche della diga di Santa Giustina per tentare di limitare i danni nel capoluogo.

Ore 20.00
Piena del rio Stava a Tesero, in Valle di Fiemme. Vengono distrutti i ponti e inghiaiate le campagne.
Campane a martello a Roncafort, sobborgo di Trento, per sollecitare lo sgombero degli abitanti. Al ponte di San Lorenzo l'Adige è a 6,16 metri.

Ore 21.00
6,20 metri è il nuovo livello raggiunto dall'Adige al ponte di San Lorenzo a Trento.

Ore 22.00
Due ondate del torrente San Pellegrino aggrediscono Moena, in Valle di Fassa, e rompono gli argini dell'Avisio, che invade le vie del paese. Tra Moena e Predazzo l'Avisio interrompe la strada statale.
L'Adige tocca a Trento i 6,30 metri: è un livello da record e la punta massima della giornata.

Ore 23.00
La piena dell'Avisio raggiunge l'Adige con un'ondata che sfiora i due metri d'altezza, provocando la rottura dell'argine alla Draga di Roncafort e il conseguente allagamento delle campagne e di parte della città di Trento. Ora il fiume scorre nel suo vecchio letto, dal quale era stato deviato con le imponenti opere idrauliche realizzate dopo l'alluvione del 1882.
L'Adige rompe anche a Matterello, in corrispondenza del rio Valsorda, e a Nomi.

Ore 23.30
A Trento allagamento di Roncafort e dei Solteri, via Maccani, Cristo Re.
Allo stabilimento SLOI esplodono i bidoni di sodio raggiunti dall'acqua. Fuoriescono la nafta delle caldaie e la benzina dei serbatoi sotterranei dei distributori di carburante: c'è allarme per il pericolo di incendi.
Una decina di operai rimasti isolati in una fabbrica che tratta il piombo devono indossare la maschera antigas.

Sabato 5 novembre 1966, ore 1.00
La grande frana di Mezzano raggiunge la scuola materna. Gli sfollati che vi avevano trovato rifugio vengono evacuati d'urgenza. Continua a scendere la frana della Valdestona.

Ore 1.30
A Trento l'acqua supera la ferrovia e invade piazza Centa e la caserma dei vigili del fuoco.

Ore 3.45
A Trento scatta l'allarme per i residenti di via Brennero.

Ore 4.00
Nuova frana alle Pralonghe di Mezzano, in Primiero. La "lava fredda" rimane in movimento fino al 13 novembre e seppellisce sotto due metri di terra parte del paese, la chiesa, il cimitero.
A Trento l'acqua invade il centro storico, la stazione ferroviaria, quelle della ferrovia Trento-Malè e delle autocorriere, i palazzi della Provincia e della Regione. I vigili del fuoco del capoluogo non riescono più a far fronte alle troppe richieste di soccorso.

Ore 5.00
Suona a Trento la sirena dell'allarme generale e viene sospesa l'erogazione del gas. Si cercano canotti e altri mezzi per evacuare le zone allagate.

Ore 6.00
A Trento viene individuata la rotta dell'Adige a Roncafort. Arrivano sul posto pale e altri mezzi meccanici, i pompieri e l'esercito. L'acquedotto è inquinato e in città manca l'energia elettrica. Lo spazzacamino Sabino Tomasi, 55 anni, muore d'infarto alla vista della propria abitazione invasa dall'acqua.

Nelle giornate del 4 e 5 novembre sono numerosi i morti causati direttamente e indirettamente dall'alluvione. Oltre alle persone già citate vanno ricordati, per quanto riguarda la Valsugana orientale, il vigile del fuoco Gino Parotto (44 anni) di Ivano Fracena, stroncato dalla fatica lungo gli argini del Chieppena e Rodolfo Nicoletti (57 anni) di Ospedaletto, morto per una caduta nella mattinata del 5 novembre mentre controlla i danni alla campagna del fondovalle.
Aldo Gorfer, in un articolo su L'Adige dell'8 dicembre, menziona Domenica Dellagnolo in Fante (60 anni), di Pianello, uccisa dal Brenta e ritrovata a Pianello Vallon, in provincia di Vicenza. Lo stesso giornale, nell'inserto Quei lunghi terribili giorni del novembre 1966, uscito con l'edizione del 5 novembre 1986, pubblica un "elenco ufficiale delle vittime", ventidue: Giovanni Massari, anni 74, Spiazzo; Ines Massari, anni 65, Spiazzo; Giovanna Massari, anni 54, Spiazzo; Pietro Maini, anni 38, Cassana; Rodolfo Lorenzi, anni 60, Cassana; Alfredo Tomaselli, anni 57, Capriana; Simone Tavernara, anni 53, Capriana; Maria Tavernara Tomaselli, anni 53, Capriana; Carlo Delugan, anni 36, Predazzo; Luigi Paterno, anni 77, Villa Agnedo; Rodolfo Nicoletti, anni 57, Ospedaletto; Mario Rovro, anni 45, Terragnolo; Tullio Valner, anni 43, Strigno; Giacomo Pradel, anni 82, Transacqua; Brigida Turra in Depaoli, anni 43, Transacqua; Francesco Boninsegna, anni 61, Imer; Angelica Gubert, anni 75, Imer; Luigi Rattin, anni 46, Canal San Bovo; Santamaria Doff, anni 65, Fiera di Primiero; Giacomo Gobber, anni 70, Fiera di Primiero; Rosa Turra, anni 39, Fiera di Primiero; Vittorio Andreatta, anni 29, Lavis.

Tratto da "La Brentana. L'alluvione del 1966 nella Valsugana orientale", Croxarie 2006