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14 settembre 2010: finalmente apre il primo forum esclusivamente dedicato ai meteoappassionati del Trentino - Alto Adige / Südtirol!

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Discussioni - Giacomo da Centa

#21
Ciao ragazzi,
in vista della fine del lockdown, ci restano comunque ancora delle serate libere.
Ho pensato che è davvero uno "spreco" non approfittare dei nostri soci più titolati per ritrovarci online e mettere insieme una serata, o che ne so, anche una sola mezz'ora o un'ora, dove presentare agli altri un tema a spot, nell'ottica di imparare.
Magari, senza impegno, usando presentazioni già preparate per altre occasioni.
Penso in particolare a:

Giacomo Bertoldi
Lorenzo Giovannini
Alessio Bozzo
Yuri Brugnara
Altri (chiedo scusa a chi ho dimenticato)

Che ne dite di fissare un giorno per passare una mezz'oretta? Abbiamo tutti Zoom, Meet o preferite altro?
Io proporrei un incontro alle ore 20.30 di uno dei prossimi giorni. Chi ci sta?
Ciao!
#22
Del più e del meno / Coronavirus, considerazioni
Ven 06 Marzo, 2020, 23:19:58
Ciao, mi rendo conto che il tema sia estremamente complesso e forse anche lontano dal meteo.
Però il rischio ormai medio/alto che possa diventare una cosiddetta pandemia e un paio di contributi interessanti trovati sui social mi hanno spinto a creare questo thread dove "scaricare" gli eventuali discorsi sul tema.
Ecco i due contributi, il primo è del nostro Alessio:

https://www.facebook.com/1498547026/posts/10221517327391414/

Il secondo è di un ricercatore specializzato in modelli e statistica:

https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=10156783981046123&id=581836122

Ciao!

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#23
Meteodidattica regionale / Progetto TINIA
Mar 25 Febbraio, 2020, 10:11:56
#24
Ciao, creo un topic per questo genere di eventi.
Seconda ondata gelida negli States in meno di un mese!
Impressionante.




#25
Notizie dal resto del mondo / Uragano Lorenzo
Dom 29 Settembre, 2019, 11:03:22
Ciao, il nome Lorenzo, frequente fra i meteofili [emoji51][emoji1787] (Giovannini, Erler, Mercurio solo per citare i più attivi e pericolosi [emoji1787]) è attualmente assegnato a un uragano in Atlantico, il categoria 5 più a est di sempre. Evoluzione interessante che potrebbe coinvolgere le Azzorre e poi, con venti più attenuati, le coste europee/irlandesi.

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#26
Ciao ragazzi, "rovescio" qui alcune immagini votive fatte poco fa.
Qualcuno ha notizie su altre stazioni dell'ondata del giugno 1939? non l'ho inserita nell'immagine di Trento, non mi pareva affidabile. A presto!












#27
Apro adesso anche se l'estate meteorologica è iniziata il 1° giugno. Ma almeno qui raccogliamo i post della caldazza. Ciaooo

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#28
Eh sì, come dite oggi è tornata l'Ora e l'Alto Garda era più freddo della val d'Adige nel pomeriggio. Ho fatto un grafico, i mesi in cui Torbole risulta più fredda di Trento sono marzo e aprile; dopo agosto l'effetto si inverte nettamente e il lago funge da serbatoio di calore.
i grafici andrebbero fatti con la temperatura potenziale per evitare difformità dovute alle diverse quote, oppure andrebbero "corretti" semplicemente con l'adiabatica secca, magari lo farò più avanti. Voi che dite? Ciao!




#29
L'appetito vien mangiando :mizzone:

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#30
Ciao,
testimonianza del 1651 scovata e riportata da Claudio Marchesoni, un ottimo storico locale della Valsugana.

Ai tempi i ghiacciai erano in piena avanzata e si viveva la cosiddetta Peg o "Piccola Era Glaciale" (se volete averne un rapido quadro ha una pagina Wikipedia dedicata).

Caldonazzo è Cavorzo nel testo; Maso della Strada è sulla "verticale" di casa mia, circa 300 m più in basso. Che dire...

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#31
Ciao ragazzi, apro il thread per il peggioramento che si prospetta davvero intenso, con totali per ora visti superiori a 100 mm per il solo week-end. Da seguire gli sviluppi successivi anche se partiamo da terreni molto asciutti, chiome ancora folte e livelli idrometrici bassi.
Eventuali criticità potrebbero essere date, oltre che da forti intensità e quantità, dalla quota neve alta.
A voi!
#32
Buongiorno a tutti,
apro il topic visto che a quanto pare:

1. Nel long - specie GFS, per Ecmwf se ne parla in caso ai primi di agosto - pare possa arrivare la prima ondata di calura della stagione, trascorsa fino ad ora in un contesto in linea con le medie più recenti ma almeno senza estremi verso l'alto, con una o zero minime over 20° in molte stazioni.



2. Dopo il 15 agosto almeno dal punto di vista astronomico le giornate più corte cominciano ad incidere e magari ci viene più voglia di scrivere, sperando anche in passate temporalesche forti.

A voi la linea

#33
Domani peggiora poi da venerdì prospettive di weekend soleggiato e caldo. A che ora inizia a piovere per voi domani?
Secondo Ecmwf già nel corso del pomeriggio, per alcuni lam verso sera invece.

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#34
Penso che avere sia il thread di nowcasting che quello di analisi con cadenza mensile sia la soluzione migliore. Io lo faccio, poi vedete voi (e Pippo casomai butti te qui i post dal thread di febbraio?). Ciaooo

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#35
Strumenti meteo / Nuovo radar Meteotrentino
Lun 05 Febbraio, 2018, 23:39:03
Ciao,
su segnalazione via chat di Lorenzo Giovannini (e non mi pare sia stato detto sul forum oggi) vi posto il nuovo radarino in banda x messo finalmente da Meteotrentino sul Doss Casina, un monticello di 971 m s.l.m. poco a sud di Nago. Intanto fa da parziale surrogato al vecchio scassone ;D di Macaion, ancora ai box per riparazioni.
Sono disponibili due moviole, una con elevazione di 3°, l'altra di 6.5°; come vedete, "arriva" fino a Trento, distante 30 km praticamente esatti in linea d'aria. Ecco i 2 link:

https://content.meteotrentino.it/dati-meteo/radar/loop/0030_Zmovie.gif

https://content.meteotrentino.it/dati-meteo/radar/loop/0065_Zmovie.gif

Ho fatto due calcoli sulla elevazione di questo radar su Trento. Due componenti, una legata alla banale trigonometria (altezza elevazione = tangente(angolo) x distanza), l'altra dovuta alla curvatura terrestre, che a 30 km conta circa 75 m.
La quota di passaggio dell'impulso su Trento, considerando i 971 m del Doss Casina, risulta quindi di 2606 m per l'elevazione di 3°, di ben 4406 m per quella di 6.5°; quest'ultima è quindi ovvio si perda le precipitazioni "più basse" sopra la città. Questo avviene specie nei mesi invernali con le precipitazioni più basse di quota rispetto all'estate quando invece domina la convezione profonda.
#36
Ciao ragazzi,
ricordo che domani nell'inserto allegato all'Adige in edicola la nostra associazione sarà in grandissimo risalto con alcune pagine dedicate a MTAA e ad alcuni di noi. Si parlerà di meteofili e di futuro della meteorologia con una intervista al professor Zardi!



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#37
Ciao, mi permetto di consigliarvi questo libro, che sviscera tutti gli aspetti scientifici del ghiaccio artico e dei cambiamenti che sta subendo (e che quasi certamente continuerà a subire, fino a una completa scomparsa estiva). L'autore è uno dei massimi esperti del tema.

L'ho appena acquistato (costa poco, una ventina di euro anche a farselo spedire) e la prima impressione è ottima, ed è un testo super per appassionati che vogliono approfondire molto questa tematica. E' una miniera; è in italiano.

A questo link della casa editrice potete dare un occhio a copertina, sommario e prime pagine:
http://www.bollatiboringhieri.it/libri/peter-wadhams-addio-ai-ghiacci-9788833928838/
#38
Fatto nuovo nowcasting raga.
Colonna non malvagissima come valori a nord di Trento, ma purtroppo vedo molta umidità sotto i 2000 m già adesso.
A dopo!

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#39
Ragazzi il dramma dell'Italia fuori dal Mondiale per me può essere in parte lenito solo dal meteo. Dai forza, creo questo spazio per dare libero sfogo ai vostri post su modelli e neve. In primis per individuare il prossimo target buono. Stiamo pur sempre per entrare nel periodo più bello dell'anno.

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#40
Meteodidattica regionale / Evidenze del Global Warming
Mar 26 Settembre, 2017, 09:52:03
Ciao a tutti, creo questo thread per raccogliere le evidenze scientifiche e durature del GW nella nostra Regione, contributi che spesso disseminiamo qui e là nel forum e così quasi impossibili da ritrovare in un secondo momento.
Oggi interessante e drammatico pezzo su l'Adige su un lavoro del Museo Civico di Rovereto:



Le piante esotiche sono sempre più invasive sulle nostre montagne a discapito delle specie autoctone. Se a questa occupazione territoriale di natura venuta da fuori si aggiunge pure il surriscaldamento globale è chiaro che l'ecosistema locale può essere messo a rischio. Tantopiù che questi arbusti venuti dall'estero hanno pure spostato decisamente in avanti le stagioni arrivando a fiorire a fine settembre. Un esempio? I fiori colorati che si vedono in questi giorni sulle roste del fiume Adige, basta chiedere ai ciclisti che li addocchiano di continuo, non dovrebbero esserci. È questa, in estrema sintesi, la conclusione di un studio portato avanti dalla Fondazione Museo Civico insieme all'Università di Padova (nello specifico da Lorenzo Marini) e basato sulla ricca banca dati floristica dell'ente di Borgo Santa Caterina che, per capirci, ha raccolto 131.394 dati sulla flora del Monte Baldo in vent'anni. Una ricerca che, per capire l'importanza, è stata addirittura pubblicata sulla prestigiosa rivista internazionale «Nature Climate Change».
«Il riscaldamento del clima e l'intervento umano sono fattori determinanti per la diffusione delle piante alloctone (di provenienza non locale) a quote sempre più elevate. - spiega il direttore del Museo Civico Alessio Bertolli - È il risultato di un importante studio sul comportamento delle piante in ambiente alpino in rapporto al cambiamento climatico, basato sull'ingente mole di dati floristici del nostro ente. Si evidenzia come le piante non autoctone in vari modi introdotte sul nostro territorio stiano rispondendo ai cambiamenti climatici a una velocità fino a quattro volte maggiore rispetto alle nostre specie, con il risultato di una specie di invasione delle nostre montagne da parte delle piante esotiche».
Il pericolo è che se il trend restasse questo minaccerebbe la sopravvivenza della flora nativa in ambienti alpini dagli habitat già di loro fragili. E i fattori determinanti sono il termometro che continua a salire ma pure l'intervento dell'uomo.
Secondo il Museo Civico «le specie si sono spostate verso l'alto assai più rapidamente rispetto a quanto ci si sarebbe aspettati dal solo riscaldamento climatico. Ciò suggerisce che la flora viene favorita nei suoi spostamenti a quote più elevate anche dal sempre maggiore disturbo creato dall'uomo sul territorio. Solo le zone impervie in altura si sottraggono, per ora, a questo fenomeno globale».
Insomma l'uomo, come al solito, ci mette del suo e «spaventa», per dirla alla trentina, «i nostri fiori».
«Tendenzialmente - ricorda Bertolli - con il caldo si spostano in su anche le nostre piante. Ma le specie esotiche sono molto più veloci».
Ma come sono arrivate in Vallagarina? «Per motivi estetici, inserite dagli appassionati, ma anche con i trasporti». In pratica come è successo per la zanzare tigre?
«In un certo senso è così. Fiori, erbacce, alberi e cespugli si sono stabiliti qui arrivando dall'estero e si stanno insediando in maniera massiccia. E, chiaramente, fanno danni. Penso, per esempio, all'albero delle Farfalle lungo i greti dei torrenti, che è dominante, ma anche al Poligono del Giappone. Purtroppo non si riesce a contenerli».
Fino a che quota si può salire? «Fin quando si trova terreno. Nelle Prealpi, per intenderci, le piante autoctone spariscono perché non hanno spazio. Da noi, al momento, sono passate dal fondovalle (anche dai 60 metri del Garda) fino ai 1.200-1.500 metri del Baldo».
Sono cambiate anche le stagioni? «Certo, la stagione di fioritura si è spostata in avanti. Le piante in fiore lungo l'Adige sono esotiche e hanno preso il posto di quelle che c'erano da sempre».
Ma quanti sono gli «invasori» stranieri? «Ormai si contano 200 specie esotiche. Ed è un problema ecologico perché scacciano le autoctone rovinando l'ecosistema».
Ma a che velocità si muovono? «Le piante esotiche salgono di 27,4 metri all'anno contro i 7,2 di quelle di casa nostra».
Come si spiega? «È la maggiore capacità di diffusione intrinseca che caratterizza le alloctone grazie al numero di semi, al ciclo di vita breve e altri fattori che sono spiegati nella ricerca. E poi le alloctone, essendo in maggioranza termofile (adattate ai climi caldi o temperati), sono in grado di rispondere più prontamente ai cambiamenti climatici. E sono particolarmente favorite dalle strade che costituiscono un'importante via d'ingresso verso siti adatti. E loro si trovano in media più vicine alle strade rispetto alle specie autoctone».
I botanici, dunque, lanciano l'allarme. «Sul Monte Baldo le specie legate ad ambienti nivali, non avendo altri luoghi dove risalire, sono quelle maggiormente esposte all'estinzione a causa della concorrenza recata dalla risalita di specie di zone più basse».