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14 settembre 2010: finalmente apre il primo forum esclusivamente dedicato ai meteoappassionati del Trentino - Alto Adige / Südtirol!

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Discussioni - Thomyorke

#21
Non sarà un gran peggioramento per il nostro territorio ma mi pare doveroso analizzare una dinamica che sembra possa favorire nel corso dei prossimi giorni accumuli eccezionali sull'estremo settore nord-occidentale della nostra penisola.
Un sistema perturbato legato ad una goccia fredda in quota che è prevista isolarsi nel mediterraneo, determinerà un intenso flusso sciroccale molto mite ed umido. La presenza di un promontorio di alta pressione sull'est europa alimenterà la più classica delle situazioni di "blocco" con il persistere di fenomeni intensi su porzioni limitate di territorio. La depressione avanzerà lentamente verso est coinvolgendo più direttamente la nostra regione solo a partire da giovedì. Nei giorni successivi è previsto il suo colmamento. Come detto, situazione piuttosto pesante in arrivo sopratutto per il piemonte, vista anche la quota neve non certo bassa e la persistenza delle precipitazioni che tenderanno a concentrarsi sui contrafforti alpini a causa dell'intensità del flusso da SSE.
Ecco qualche mappa piuttosto esplicita per dare un'idea sommaria degli accumuli previsti (fonte Lamma su base ECMWF):












Una situazione simile si verificò nel corso dei primi giorni di dicembre 2003 anche se in quel frangente il flusso meridionale provocato dall'azione depressionaria fu in parte contrastato a livello termico dalla persistenza di residue sacche di aria fredda legate ad aria fresca nordatlantica post-frontale.
Dai dati riportati da forumisti valdostani, nel corso di quell'evento si registrarono oltre 2 metri di neve fresca accumulata sopra i 2000 m
Ecco un paio di mappe relative a quell'evento:





#22
Notizie dal resto del mondo / Tempesta in Islanda
Mar 15 Novembre, 2016, 11:34:15
Occhi puntati su Akureyri, "capitale" dell'Islanda settentrionale, in procinto di essere investita da una robusta irruzione artica con violente bufere di neve. Nei prossimi 2 giorni, a partire da domani pomeriggio, dovrebbe scatenarsi l'inferno. Posto giusto qualche mappa per aiutare chi legge a comprendere la portata dell'evento in arrivo. Cosa darei per essere sul posto in questi momenti di attesa...

Webcam:  http://www.livefromiceland.is/webcams/akureyri/













semplicemente pazzesco!
#23
Qui le considerazioni sul peggioramento previsto da gran parte dei modelli e le analisi sull'evoluzione degli output dei principali GM.
A 144 ore notevoli divergenze fra reading e tutto il resto del modellame che, con le dovute fisiologiche differenze dovute all'inquadramento di una evoluzione nel medio periodo, è concorde nel proporre una passata più che discreta sul nostro territorio. Il modello europeo invece ondula molto poco a causa dell'arrivo di un secondo impulso che sottrae energia al primo affondo. Situazione delicata. Una nevicata in quota in questo periodo rappresenterebbe una vera manna per gli operatori turistici.
Ecco i principali gm a 144 ore:


reading

ukmo

gfs

gem

#24
Meteodidattica regionale / Ghiaccerà il lago di Tovel?
Mer 09 Novembre, 2016, 10:11:53
Approfitto di questo periodo di pausa da eventi meteo significativi per chiedervi se secondo voi nei prossimi giorni potrebbe ghiacciare il mitico lago alpino per antonomasia, Tovel...
Le temperature sono scese bene e la nevicatina ha contribuito a raffreddare la superficie del lago, sarebbe interessante misurare la temperatura degli strati superficiali dell'acqua. Una volta ghiacciato il lago, la zona diventa una fucina del freddo grazie al poco ricambio d'aria e al conseguente ristagno di aria fredda dovuto a ragioni orografiche!
Speriamo...nei prox gg farò un salto con un termometro di precisione...
#25
Questo thread è interamente dedicato all'analisi degli episodi che hanno animato il periodo conclusivo dell'autunno 2005, segnato dall'improvviso e prepotente ingresso di dinamiche configurative tipicamente invernali sul nostro territorio. Freddo in abbondanza ma anche neve, e che neve, fino a quote basse: prima farinosa, poi più consistente in occasione del 2-3 dicembre quando una perturbazione atlantica fece irruzione sul nord italia determinando diffuse e forti nevicate da scorrimento anche in valle dell'adige.

Cominciamo con qualche mappa che mette in evidenza i bei movimenti circolatori responsabili dei molteplici ingressi freddi, prima artici poi di matrice progressivamente più continentale, che hanno preparato il terreno alle nevicate dei giorni successivi. Notevole l'azione di blocco dell'anticiclone con prima botta artica sull'Italia seguita da ingresso continentale favorito dal ponte altopressorio fra hp azzorre e hp russo.
E intanto si stava gonfiando rapidamente uno splendido hp in groenlandia, responsabile del blocco atlantico che avrebbe determinato la discesa di correnti fredde e perturbate nel mediterraneo:













#26
Apro questo thread per invitarvi alla riflessione su un tema molto dibattuto su altri lidi: esistono delle relazioni misurabili fra il pattern europeo autunnale ed andamento della stagione invernale (con particolare riferimento alla prima parte dell'inverno)? In altre parole, ci sono delle regolarità riscontrabili attraverso criteri precisi fra le configurazioni che si registrano più frequentemente in autunno e quelle che poi si manifestano con maggiore continuità durante gli esordi della stagione fredda?
Invito chi dispone di un archivio dati a controllare eventuali correlazioni fra sopramedia/sottomedia autunnale ed invernale.
Sono convinto che non esista un vero e proprio algoritmo che ci permetta di fare proiezioni invernali sulla base di quanto succede nei mesi autunnali, è vero però che se andiamo ad analizzare nel dettaglio gli inverni storicamente freddi e nevosi sul nostro territorio noteremo degli elementi che ricorrono e ci permettono di abbozzare delle ipotesi di massima. Per prima cosa prendiamo a riferimento 5 inverni caratterizzati da esordi con episodi nevosi e temperature nella media o sotto: 1984 - 1996 - 2005 - 2008 - 2010.
Ciò che si evince dall'analisi comparativa fra i pattern dominanti durante le stagioni autunnali degli anni citati può essere così brevemente e approssimativamente riassunto:

- precoce tendenza alla formazione di blocking atlantici con accentuazione degli scambi meridiani
- episodi perturbati artici con nevicate a quote mediobasse entro la fine di novembre
- vortice polare mai compatto con frequenti sbilanciamenti verso eurasia
- alta pressione africana solo episodica (non supportata da ao/nao fortemente positivi)
- evoluzione dinamica e piuttosto rapida delle figure bariche (no zonalità per giorni, modifiche consistenti in breve tempo del pattern complessivo)
- almeno una ondata di freddo precoce

Alcune mappe tratte dall'archivio con i tratti configurativi caratteristici sopra delineati:

1984 (spesso citato a sproposito in occasione di esordi stagionali caldo - credo a scopo consolatorio - come l'anno in cui gli episodi invernali esordirono solo con l'ondata di freddo dovuta al possente stratwarming di gennaio)




1996 (l'anno dello storico burian conclusosi con una strepitosa nevicata da raddolcimento)





2005 (inverno precoce, molto e nevoso e con t sottomedia, uno degli inverni più amati degli ultimi 20 anni)










2008 (prima parte dell'inverno dirompente)






2010  (novembre e inizio dicembre da brivido, ad inizio gennaio sfuma per poco una nevicata potenzialmente storica)





Certamente a causa della complessità dei meccanismi studiati dalla fisica dell'atmosfera in cui molteplici fattori concorrono a definire gli aspetti previsionali più concreti, sono i dettagli nel posizionamento delle figure bariche a fare poi la differenza in termini di effetti su porzioni limitate del territorio di riferimento (spesso come sappiamo poche centinaia di km segnano la differenza fra la produttività o meno di una colata fredda su una determinata area, specie se vi si aggiunge il vincolo di ostacoli orografici importanti come le Alpi ) ; in ogni caso penso che si possa senz'altro affermare che esistano delle condizioni generali in assenza delle quali vengono a mancare per così dire i presupposti che definiscono le basi di un episodio invernale. Ad esempio, la presenza di un VP molto profondo e chiuso su se stesso condanna all'anonimato un'intera stagione invernale (ultimi due inverni). Spesso gli inverni caldi e secchi sono preceduti da lunghi periodi autunnali dalle caratteristiche molto divergenti rispetto a quelle elencate sopra. Prendiamo il 2006 e il 2014: autunno caldo, vp forte, situazione poco dinamica e bloccata, con profonde depressioni ad w del continente che affondano sovente a sud determinando possenti risposte africane sul nostro territorio. Ecco 2 mappe rappresentative di autunni poco proiettati verso l'inverno, seguiti in effetti da stagioni invernali assolutamente anomale sia a livello termico (con picchi record) che nivometrico rispetto alla medie di riferimento:






#27
Buongiorno a tutti. Premessa: sono stato indeciso fino all'ultimo se aprire o meno questo thread, per diversi motivi che derivano dalla chiara percezione di una notevole disaffezione generale, sintomo di una tendenza piuttosto preoccupante al progressivo smarrimento di quell'entusiasmo che è stato per lungo tempo la ragion d'essere dell'associazione. Il forum è certamente solo uno dei tanti aspetti di meteotrentinoaltoadige anche se credo sia uno dei più importanti: è il luogo dove poter coltivare attivamente la propria passione, condividendola con altre persone; è lo spazio in cui le divergenze di opinione dovrebbero fornire il pretesto per approfondire elementi tecnici ed aumentare il proprio bagaglio di competenze. Insomma, il forum fornisce a tutti noi la possibilità di crescere e il suo palese decadimento è un segnale allarmante che dovrebbe farci riflettere.
Le analisi modellistiche sono sempre più rare e seguite da interventi poco coerenti con lo spirito di chi ha aperto il thread ponendosi l'obiettivo di analizzare i modelli da un punto di vista scientifico. Questi interventi poco adeguati si limitano spesso ad essere dei giudizi soggettivi e per questo non contribuiscono in alcun modo ad aumentare il livello della discussione ma, al contrario, provocano un notevole impoverimento dei contenuti sui quali discutere, oltre ad innervosire gli utenti potenzialmente interessati all'argomento oggetto dell'intervento originario. Io penso che esprimere i nostri gusti sia importante ma un forum meteo non è esattamente il contesto giusto dove farlo se con i nostri interventi ci limitiamo a questo.
Questa situazione rischia di trasformarsi in un circolo vizioso visto che la tendenza descritta costituisce un deterrente per coloro che invece hanno ancora voglia di parlare di Meteo: perché scrivere se poi non c'è alcuna dialettica? perché impegnasi in analisi più o meno tecniche se c'è il rischio concreto di creare l'ennesimo spazio virtuale nel quale la cifra di riconoscimento è il lamento?
Chiudo questa lunga premessa (scusate la prolissità) con una precisazione orientata a dissolvere un possibile fraintendimento: io credo che la qualità del forum non sia esclusivamente funzione del livello tecnico dei partecipanti ma dipenda più direttamente dall'impegno dei partecipanti nelle discussioni, a prescindere dalle loro effettive competenze tecniche.



Veniamo quindi all'oggetto del thread. Tutti i GM prevedono la formazione di un corridoio nordatlantico che verrà sfruttato da una goccia fredda la cui traiettoria non è ancora ben definita. Dal suo posizionamento finale dipenderanno gli effetti che si potranno registrare sul nostro territorio. Per gfs, stando agli aggiornamenti ad oggi disponibili, la goccia riuscirà ad abbracciare il nord Italia provocando un episodio di instabilità con quota neve in calo. Reading invece lascia la goccia a nord delle Alpi con effetti in questo caso esclusivamente relegati al lato termico. Ecco una fotografia comparativa, in attesa degli aggiornamenti serali:

reading:



gfs:




#28
Del più e del meno / Referendum costituzionale
Dom 25 Settembre, 2016, 09:17:05
Come voterete? Io dopo essermi attentamente documentato voterò SI'. Alcuni aspetti sono ancora poco chiari ma penso sia importante cambiare per alleggerire la macchina istituzionale e rinnovare gli attuali assetti strutturali con l'obiettivo di rendere più efficace il processo decisionale. Chi parla di democrazia in pericolo e accentramento eccessivo del potere nelle mani di Renzi secondo me non ha ben chiaro il piano di intervento. Valutiamo analiticamente le modifiche introdotte e discutiamo i singoli punti.

Qui un interessante decalogo sul tema della riforma costituzionale:

http://francescopalermo.org/
#29
Thread dedicato alla ricostruzione dei migliori eventi meteorologici caratterizzati dal precoce arrivo della neve a quote basse. Quali sono stati secondo voi gli episodi migliori? Di sicuro i più recenti e significativi si sono verificati nelle seguenti date: 25 ottobre 2010, 19 settembre 2011 e 28 ottobre 2012. In tutti e tre i casi citati si è trattato di irruzioni fredde che hanno raggiunto la nostra regione passando attraverso la porta del rodano, apportando notevole convergenza e, conseguentemente, precipitazioni che si sono verificate durante un progressivo e deciso calo termico a tutte le quote. La concomitanza dei due elementi, precipitazioni intense e aria che si raffredda è una caratteristica preziosa e rara per la nostra regione ed è questa una delle ragioni che mi fanno amare questo tipo di dinamica atmosferica.
Speriamo che quest'anno si replichi, magari già in settembre...(24 settembre 2002, andate a sbirciare la sinottica sull'archivio wetterzentrale...)
#30
Del più e del meno / Referendum 17 Aprile: sì o no?
Sab 02 Aprile, 2016, 14:31:18
Ritengo doveroso in un contesto come il nostro aprire un dibattito in merito al referendum del 17 Aprile che, come già saprete, propone l'abrogazione della norma che concede di protrarre le concessioni per estrarre idrocarburi entro 12 miglia nautiche dalla costa italiana sino all'esaurimento della vita utile dei rispettivi giacimenti. Il rischio di banalizzare e semplificare è sempre molto alto quando si tratta di affrontare tematiche di alto livello tecnico. Non a caso attorno al referendum sono sorte perplessità, forse giustificate, per l'inappropriatezza di sondare direttamente l'opinione del popolo italiano anziché dibattere la questione in parlamento. E' impensabile che le persone comuni dispongano delle competenze tecniche necessarie per padroneggiare l'argomento e, per l'appunto, il fraintendimento a sfondo demagogico rischia di essere il maggiore fattore decisionale.
Per questo motivo, mai come in questi casi, è bene soppesare analiticamente le ragioni degli schieramenti opposti, non prima di avere studiato nella maniera più approfondita possibile la situazione in relazione alla quale è emersa la proposta di intervento. A mio modo di vedere la questione si gioca in un contesto in cui non si intrecciano solo aspetti etici, politici ed ideologici ma anche e soprattutto nodi economici da sciogliere attraverso valutazioni attente e razionali. Coloro i quali, pur essendo sensibili rispetto alle problematiche ambientali e convintamente a favore delle energie rinnovabili, ritengono che il referendum sia inutile, fanno notare come anche se dovessero fermarsi le trivellazioni nostrane noi continueremmo ad importare petrolio proveniente da paesi in cui peraltro vi sono meno controlli dal punto di vista dell'impatto ambientale rispetto a quelli previsti in Italia. E allora perché privarsi di una risorsa energetica nostrana visto che gli idrocarburi saranno comunque per almeno altri 50 anni indispensabili? Le energie rinnovabili infatti non sono ancora in grado di sostenere il fabbisogno energetico e non lo saranno per parecchio tempo. Certo si dovrà puntare sull'ottimizzazione delle energie alternative, finanziando la ricerca, ma intanto che facciamo? Saremmo costretti ad importare petrolio da paesi che inquinano più del nostro. Per non parlare dei posti di lavoro che finirebbero per saltare.

Mi trovo particolarmente d'accordo con il comitato Ottimisti e Razionali che può contare sull'appoggio degli Amici della Terra, non proprio un'associazione vicina agli interessi delle multinazionali del petrolio...

Ecco in breve le ragioni del NO:

-Il referendum non deciderà nulla sulle nuove «trivelle» (in realtà correttamente s'intende per nuove perforazioni) ma riguarda la durata delle concessioni già in essere,e relative ad aree in mare aperto e comunque entro le 12 miglia dalla costa dove ci sono già piattaforme di estrazione di gas metano in alcuni casi da più di 30 anni.

-Il referendum, qualora si raggiungesse il quorum, andrebbe a determinare la cessazione immediata delle attività di estrazione alla scadenza delle concessioni, tipicamente di durata trentennale, anche qualora sotto ci sia rimasto ancora un ingente quantitativo di gas.

-In pratica con già tutte le strutture fatte, i tubi posati sul fondo del mare e senza dover fare nessuna nuova perforazione, saremmo costretti a chiudere i rubinetti delle piattaforme esistenti da un giorno all'altro rinunciando a circa il 60-70% della produzione di gas nazionale (gas metano stiamo parlando e non petrolio). Non potendo da un giorno all'altro sopperire a questo fabbisogno con le fonti rinnovabili il tutto si tradurrebbe in maggiori importazioni ed incremento di traffico navale (navi gassiere e petroliere) nei nostri mari, alla faccia dello spirito ambientalista che anima i comitati promotori e con sostanzioso impatto sulla nostra bolletta energetica.

-Il referendum non fermerà le «trivelle» nelle tremiti, non ci sono e mai ci saranno trivelle nelle tremiti. Si trattava di un permesso di prospezione e studio, ben oltre le 12 miglia dalle tremiti e comunque non più in vigore vista la rinuncia della compagnia interessata.

-Il referendum non fermerà la "petrolizzazione" dell'Italia come qualcuno vuole far credere, riguarda infatti le aree marine entro le 12 miglia dalla costa dove geologicamente si sono accumulati solo giacimenti di gas metano, quello che, ricordate, ci da una mano, perché tra i combustibili fossili quello meno inquinante e recentemente riconosciuto dall'unione europea il BRIDGE ovvero quello che ci porterà avanti nella transizione verso le rinnovabili per i prossimi 30 anni. Quindi non sarebbe uno STOP al petrolio, che in Italia viene estratto quasi esclusivamente a terra, in Basilicata, ma uno stop al gas, ovvero a quella fonte energetica pulita la cui introduzione ha portato storicamente alla riduzione dell'uso del carbone.

-Le trivelle (impianti di perforazione) non uccidono il turismo. La maggiore concentrazione di piattaforme in Italia si ha davanti alla riviera romagnola che storicamente è anche la zona con maggiori presenze turistiche; estrazione di gas e sviluppo della costiera romagnola sono andati avanti di pari passo dagli anni 60 ad oggi. Viceversa regioni senza«trivelle» e che si preoccupano tanto delle «trivelle» hanno spiagge fatiscenti, depuratori non funzionanti e discariche abusive nel bel mezzo dei parchi naturali. Farebbero bene a preoccuparsi di quello.

-L'estrazione di gas dal mare adriatico non provoca terremoti, c'è un rapporto ufficiale ISPRA (Istituto Superiore Protezione Ambiente) che lo certifica. Chiunque afferma diversamente afferma il falso e non conosce la geologia del mare adriatico. Infatti nel nostro mare i sedimenti, sabbie ed argille, in seguito all'estrazione del gas, si deformano plasticamente, e la deformazione plastica è l'esatto opposto dei meccanismi di rottura dei terremoti.
In tal caso sarebbe utile farsi spiegare cosa è una zona «Mineralizzata a Gas»; tutti si aspettano grandi caverne..in realtà si tratta di rocce nella cui porosità è intrappolato i gas (stesso dicasi per il petrolio)

-Un esito positivo del referendum avrebbe impatto devastante sull'economia di alcune regioni, nella sola Emilia Romagna 6000 persone perderebbero il lavoro in 2 anni.

-Tutti vogliamo un mondo più pulito, le rinnovabili sono il futuro, non ancora il presente, occorre un congruo periodo di transizione perché affondare il sistema gas oggi senza avere ancora una valida alternativa non è intelligente né da un punto di vista economico né per la tutela dell'ambiente.

-Ultimo, ma non ultimo, il settore offshore italiano è una delle eccellenze in termini di esperienza, know-how, occupazionale diretto e di indotto.


Ecco un paio di link utili per comprendere le ragioni del NO:

http://astrolabio.amicidellaterra.it/node/964

http://ottimistierazionali.it/




#31
Meteodidattica regionale / 11-12 gennaio 1978
Dom 13 Marzo, 2016, 06:23:23
Apro il thread per cercare di capire quali sono stati gli accumuli in regione legati alla nevicata atlantica. Su meteogardolo sono segnati 45 cm mentre trento laste ha registrato solo 25 cm seguiti da gelicidio ( davvero curioso il gelicidio post-nevicata nelle nostre zone...)
Flavio, danilo, avete notizie? I dati rilevati dalle fonti riportate sono corretti? In effetti con le correnti tese da sudovest potrebbe starci una certa divergenza negli accumuli fea zone a sud e zone a nord del capoluogo ma sinceramente le reanalisi mi farebbero pensare ad una nevicata ben più consistente anche su trento...
Sono curiosissimo...
#32
Apro questo thread con l'obiettivo di concentrare in questo spazio eventuali spunti di riflessione circa l'evento pluvionivometrico che ha recentemente colpito la nostra regione. Per la mia zona si tratta del primo evento nevoso importante dopo due anni di astinenza. Confugurazione assai proficua per le vallate occidentali ma anche per la valle dell'adige che quasi "miracolosamente" ha rivisto neve con accumulo proprio sul finire di stagione. Penalizzata la valle di Fiemme (Predazzo) a causa di un minimo troppo a sw per quelle zone: effetti favonici locali e scarse precipitazioni hanno lasciato il posto solo in serata a qualche ora di neve davvero intensa.
Val di Non colpita e affondata. Pare 70 mm nevosi a Cles (ma sono un po' scettico) con neve forte su tutta la valle. Accumuli davvero importanti sui 1000 mt dove si sono registrati quasi 60 cm al suolo di neve compatta.

Naturalmente la neve è riuscita a raggiungere le quote più basse grazie ad un mix di fattori:

1. aria fredda e secca ad accogliere la perturbazione: a Mollaro si è coperto venerdì sera con 10 C° e il 29% di ur, a mezzanotte c'erano 2 gradi con il 78% di ur!

2. assenza di forti richiami caldi meridionali; la perturbazione, di origine nordatlantica, ha scavato un minimo poco ad ovest dell'Italia per poi traslare verso est.

3. precipitazioni molto consistenti, specie su settori occidentali e parte della valle dell'Adige

4. geopotenziali bassi e presenza di aria piuttosto fredda in alta quota (aria molto instabile grazia al gradiente termico verticale, segnalati numerosi tuoni su nord italia.

Personalmente la ritengo un'entrata superba, quasi il top per la mia zona. Oltretutto a seguire nessun genere di maccaja ma, anzi, fase fredda in arrivo. Fosse arrivata a dicembre... :o :o :o

#33
La sera di mercoledì dovrebbe transitare sul nord italia un cavo d'onda supportato da minimo di bassa pressione in approfondimento e veloce traslazione verso est, i cui effetti saranno finalmente forse più rilevanti sulle dolomiti. Il profilo termico sembrerebbe buono per rivedere qualche prezioso cm di neve sui 1000 mt.
Cosa potrebbe andare storto? Eventuali est shift...
Non ho tempo di postare mappe, magari aiutatemi voi grazie! ;)
#34
Apro questo thread poichè mi sono imbattuto in varie discussioni da cui sono emersi alcuni dubbi legati al criterio da utilizzare per valutare l'effettiva "qualità" di una massa d'aria fredda che si insedia nel nostro territorio.
Certo, un parametro fondamentale è la temperatura (di bulbo secco) alle varie quote ma un fattore imprescindibile è il rapporto fra le temperature rilevate e l'umidità presente all'interno della nostra massa d'aria. Facendo interagire queste grandezze possiamo ricavare il dew point e la t di bulbo umido, rispettivamente - mi scuseranno i puristi ma per esigenze di tempo semplifico - la temperatura alla quale, a pressione costante, l'aria diventa satura di vapore acqueo e la temperatura che si raggiunge se si umidifica al 100% l'aria (T di bulbo bagnato). In particolare, quest'ultimo valore assume una notevole importanza se vogliamo analizzare il comportamento termico attorno alle fonti di umidità: in presenza di bassa umidità, l'acqua tende ad evaporare velocemente e l'energia richiesta da questo processo viene sottratta all'aria circostante causando una diminuzione della temperatura. Se il bulbo umido è negativo, significa che il calo termico connesso al cambiamento di stato farà scendere la temperatura al di sotto dello zero intorno alla zona interessata dallo "scambio energetico". Se siamo interessati a conservare della neve nel nostro giardino o se siamo in attesa che cadano fiocchi dal cielo, la valutazione della t di bulbo umido è piuttosto importante. Inoltre, più l'aria è secca più essa assume proprietà "isolanti": questa è la ragione per cui un pezzo di ghiaccio si conserva meglio a 5 gradi con il 10% ur rispetto ad un ambiente in cui vi sono 2 gradi saturi. Il trasferimento di calore è inibito.
Oltre a questi fattori, consideriamo per un attimo una situazione comparativa nella quale dobbiamo valutare le potenzialità del calo termico dopo il tramonto: nel primo caso (A) abbiamo cielo stellato e una T (bulbo secco) di -2 gradi con il 90% di ur, nel caso (B) abbiamo una T di 3 gradi con il 30% di ur e cielo anche qui sereno. Facciamo finta che non avvengano trasferimenti di calore con la colonna sovrastante, lavoriamo quindi solo per mezzo dell'irraggiamento per abbassare la temperatura.
Che cosa avviene? Naturalmente all'inizio è più freddo in A, anche se in B la temperatura si abbassa molto rapidamente. Ad un certo punto in A il raffreddamento fa saturare l'aria (più l'aria è fredda, meno umidità può contenere) ed iniziano i processi di condensazione: il punto di rugiada viene quindi raggiunto ed il calo termico per irraggiamento diminuisce sensibilmente per la liberazione di calore latente di condensazione che poi viene "smaltito" anch'esso per irraggiamento. Il calo termico è quindi rallentato e se non intervengono fattori inversionali non si andrà molto lontano rispetto alle temperature rilevate la sera precedente.
Nel caso B invece la temperatura, in assenza di vento, crolla letteralemente senza che vi sia pericolo che si raggiunga presto il punto di saurazione. Con irraggiamento puro quindi all'alba la stazione posta in B rileverà temperature più basse rispetto ad A, nonostante sia partita da temperature superiori.
Naturalmente altri fattori intervengono per influenzare la temperatura ma quel che è certo è che a parità di T di bulbo secco in tutta la colonna d'aria, avere bassa umidità alle varie quote si riflette poi in abbassamenti termici più sensibili quando il freddo si deposita in valle.
Dire quindi che fa più freddo con - 8 e il 95% di ur rispetto a -8 con il 60% non ha significato, a meno che non si intenda riferirsi alle sensazioni soggettive. Nel secondo caso vi è meno umidità e, ad esempio, i laghi o le cascate ghiacciano più velocemente. 
Infine allego un interessante documento nel quale vengono spiegate nel dettaglio le caratteristiche delle masse d'aria fredda che generalmente raggiungono il nostro territorio. Balza subito agli occhi come la più fredda massa d'aria che può raggiungerci, quella artica-continentale, presenta tassi di umidità molto inferiori rispetto a quelle che vengono registratiin presenza di semplici irruzioni polari-marittime.

http://www.meteonetwork.it/sites/default/files/le_masse_di_aria_fredda.pdf
#35
Apro un thread per approfondire un aspetto legato al possibile guasto atlantico previsto da gran parte dei modelli per il fine settimana. Vorrei ci concentrassimo in particolare sulla stima della quota neve alla luce dei dati provenienti dai modelli e della nostra conoscenza del territorio, cercando di integrare il bagaglio di informazioni tecniche con la consapevolezza delle peculiarità microclimatiche offerte dalla nostra regione.
Gfs vede entrare la perturbazione sabato pomeriggio con queste isoterme:





Lo zero termico, anche grazie ad un transito rapido del fronte, si collocherebbe a quote più che umane:




Gem vede addirittura un cuscino alpino con isoterme di 0 C°alla quota critica (850 hpa):









Reading? Vede il primo passaggio basso, mentre il peggioramento slitterebbe alla tarda serata di domenica con queste temperature:





Tentando di ipotizzare a che quota si collocheranno le nevicate sulle aree microclimatiche del nostro territorio, mi sento di affermare che come spesso accade in presenza di fronti atlantici classici, la parte nord-occidentale della regione beneficerà di una quota neve più bassa.
Andranno valutate anche eventuali ristagni di sacche fredde nelle conche vallive, specie qualora il flusso occidentale previsto per venerdì non fosse così aggressivo come i modelli facevano intuire solo ieri.
Aspettiamo gli aggiornamenti e sbilanciamoci. Con i run 00z vedo neve a 400-500 mt a nord e ad ovest, a 1200-1400 mt a sud ad est con locali sconfinamenti in basso. Insomma nulla di drammatico.
#36
potete sfogarvi qui postando quella che secondo il vostro sincero parere di meteoappassionato vi sembra siano state le migliori sequenze invernali documentate dalle mappe di reanalisi di wetterzentrale.
Comincio io con questa roba da pazzi. Capitasse ora, non oso immaginare come potremmo reagire. Forse è meglio così, molti di noi non reggerebbero credo.

Si comincia con un pigro anticiclone che comincia una lenta risalita verso nord...




La situazione comincia a farsi interessante, gelide correnti orientali irrompono sulla penisola passando dalla porta della Bora. Come nelle migliori occasioni, il burian (quello vero) entra schietto da sudest, provocando bufere di neve in pianura padana, freddo ma secco sulle alpi, anche se la direzione delle correnti lascia supporre una certa nuvolosità specie nei settori esposti (lake snow effect sul garda? probabile...spolverate in valsugana? altrettanto probabile). Picco del freddo proprio su di noi:









Attenzione però che il nocciolo gelido aggira le Alpi passando a nord, antizonalità spinta: si forma un minimo a nordovest dell'italia che richiama correnti meridionali dapprima blande, poi sempre più decise. Il secondo pannello evidenzia bene lo stau sui settori meridionali delle Alpi: neve, neve, neve, tradotto per i meno esperti. Farinosa, buferosa, secca... Il tutto avviene in un contesto termico glaciale:





Qui siamo all'apoteosi. Si apre la porta nordatlantica e la natura ci fa un regalo pazzesco. Un fronte perturbato maestoso, foriero di precipitazioni molto intense, supportato da correnti meridionali capaci di enfatizzare ancora di più le precipitazioni sulle nostre montagne, per ovvie ragioni orografiche. Iniziano giornate molto pesanti per il trentino, alle prese con nevicate che definire parossistiche è limitativo. Le parole cedono il passo alle emozioni, quelle che ognuno di noi prova di fronte a queste carte. Nella consapevolezza che non è un cuscino quello che accoglierà il fronte, ma un materasso di cemento. Inamovibile, rassicurante, godurioso:









15 giorni di puro delirio meteo, signori. Spero che sia di buon auspicio.
#37
Del più e del meno / Interstellar
Dom 04 Ottobre, 2015, 19:23:25
Paradossi narrativi e pezze metafisiche










Per salvare l'umanità alle prese con una carestia senza precedenti, la Nasa (o chi per essa) va alla ricerca di nuovi mondi lanciando le proprie navicelle spaziali all'interno di un warmhole, una galleria gravitazionale che funge da scorciatoia funzionale al raggiungimento di punti dello spazio remoti e altrimenti inavvicinabili sfruttando le tecnologie aerospaziali del tempo.
Così si viene a sapere che dei dodici eroi astronauti originariamente partiti per diverse traiettorie interstellari, solo tre sono riusciti a raggiungere tre distinti mondi appartenenti ad un'altra galassia e a trasmettere alla stazione sulla Terra i dati per la loro localizzazione: l'obiettivo è quello di esplorare e rilevare dati utili per capire se sia possibile attuare il piano di salvataggio elaborato dal professor John Brent.
Cooper, un ingegnere ex pilota della Nasa viene a conoscenza del piano decifrando i messaggi in codice binario inviati da un misterioso "fantasma" alla figlia Murph e contenenti le coordinate geografiche del centro di ricerche aerospaziali segreto. L'uomo decide di prendere parte alla missione, disposto anche a sacrificare se stesso per il bene dei figli e dell'umanità.
Dopo varie peripezie e "sfasamenti" temporali dovuti ad incursioni in luoghi a diversa densità gravitazionale, Cooper si fa inghiottire volontariamente all'interno di un buco nero assieme al fedele robot Tarsk per consentire "la manovra di fionda gravitazionale" che ha il merito di allontanare la navicella pilotata da Amelia dall'eccessivo campo gravitazionale dovuto alla vicinanza al black hole, proiettandola verso il terzo e ultimo pianeta esplorato nelle missioni precedenti (che si suppone essere quello buono, per ovvie esigenze narrative).

Tarsk e Cooper incredibilmente non vengono disintegrati dal buco nero ma finiscono all'interno di un Tesseratto, un cubo quadrimensionale in uno spazio a cinque dimensioni in cui è possibile inviare messaggi a persone appartenenti ad epoche temporali diverse sfruttando piccole modificazioni gravitazionali: si scopre così che il fantasma che "importunava" la piccola Murph era in realtà il padre stesso.
E qui ci sarebbe un primo appunto da fare: a chi è indirizzato il messaggio "stay", inviato da Cooper (quello nel Tesseratto, si intende) proprio nel momento in cui il se stesso del passato stava per congedarsi dalla figlia? Un disperato tentativo di convincere se stesso a non prendere parte alla missione? Ma se così fosse andata, non ci sarebbe stata alcua possibilità di salvarsi in un pianeta senza alcun futuro per gli uomini a causa delle nefaste conseguenze dell'ipotetico – e mai davvero esplicitato –  global warming. Forse il messaggio era indirizzato alla figlia? Ma, in questo caso, non si capirebbe il senso. Dove dovrebbe infatti rimanere? Forse è solo un caso di follia temporanea dovuta alla spossatezza tipica dei viaggi interstellari. Perdonabile in ogni caso.
Ben più grave è invece il paradosso ontologico che investe il nucleo narrativo centrale del film. Se, come più volte viene ribadito, è la stessa umanità "futura" a mettere a disposizione a Cooper gli strumenti tecnologici sia per intraprendere il viaggio esplorativo (warmhole), sia per comunicare alla figlia i dati della teoria cosmica rilevati dal solerte robot Tarsk all'interno del buco nero (Tesseratto), allora dobbiamo concludere che l'umanità era già salva ancora prima che Cooper si adoperasse per salvarla. Nolan ci descrive una situazione contraddittoria in cui uno è in grado di organizzare viaggiando nel passato la propria salvezza. Ma, evidentemente, per poter viaggiare indietro nel tempo devi essere prima salvato (come? da chi?), in modo da poter esistere nel futuro.
Il paradosso logico è evidente ed è accomunabile ad altri paradossi che emergono da esperimenti mentali in cui eventi immaginati danno luogo a veri e propri cortocircuiti logici, in cui le regole grammaticali che presiedono i nostri concetti si perdono nel buco nero del non senso, scientificamente meno problematico da studiare ma altrettanto affascinante almeno per chi ama la logica.
Si supponga, ad esempio, che un nipote torni indietro nel tempo e uccida suo nonno prima che incontri sua nonna o ancora che una gallina viaggi nel passato e deponga l'uovo da cui essa ha avuto origine. Come ha fatto il nipote ad agire se, avendo tolto di mezzo una delle sue cause materiali non poteva ancora essere nato?

In realtà un tentativo di risposta alla domanda esiste e fa riferimento alla teoria fisica del multiverso, il cui nome è stato coniato dallo scrittore e psicologo americano William James. Prima di addentrarci brevemente nella spiegazione del suo contenuto, è curioso notare come l'elaborazione stessa di una risposta trasforma il quesito proposto da escamotage puramente retorico in sfida difficile ma al tempo stesso affascinante.     
  In fisica moderna il multiverso è un' ipotesi scientifica che postula l'esistenza di universi coesistenti e alternativi al di fuori del nostro spaziotempo, spesso denominati dimensioni parallele; è la possibile conseguenza di alcune teorie scientifiche, specialmente la teoria delle stringhe  e quella delle bolle.     
   Secondo questa teoria  il paradosso del nonno non sfocia in una contraddizione, perché ogni "interferenza" col passato produrrebbe le sue conseguenze solo in un universo parallelo nel quale la storia si evolve in maniera diversa. Un universo parallelo viene generato istantaneamente ad ogni singola "interferenza". Se invece si assume che l'universo esistente sia unico, allora il paradosso è una vera e propria antinomia, perciò deve in qualche modo essere impossibile che il fatto paradossale avvenga.
Se ci riferiamo quindi alla teoria degli universi paralleli, il mondo in cui il nipote si troverebbe a vivere dopo aver effettuato il viaggio nel passato si costituirebbe in realtà come dimensione parallela senza alcuna relazione ulteriore con il mondo di "provenienza", per intenderci, quello da cui il giovane è partito per effettuare il suo viaggio nel tempo. Le caratteristiche dei due mondi, scorrendo in parallelo, non arriverebbero mai a generare le note contraddizioni (il nostro nipote non è più in questa interpretazione il figlio di un'entità mai venuta al mondo). Si tratta, con le debite proporzioni, della trasposizione nel contesto della fisica teorica di una distinzione che in semantica ha avuto il pregio di risolvere quei paradossi che derivano dalla possibilità dei linguaggi naturali di coniare proposizioni autoreferenziali, come "io sto mentendo",  proposizione vera se e solo se falsa (contraddizione). La distinzione tarskiana fra linguaggio oggetto e metalinguaggio nei linguaggi formalizzati consente di risolvere la tensione, vincolando la possibilità di riferirsi agli enunciati di un determinato linguaggio all'uso di enunciati appartenenti ad un linguaggio di livello superiore. Questa gerarchia ordinata dei linguaggi ricorda in effetti la struttura ontologica a più livelli dei mondi paralleli, almeno per quanto riguarda l'ideale normativo che opera in entrambe le concezioni: evitare l'autoriferimento (il tempo che "torna" su se stesso, così come il linguaggio che riflette su se stesso) per sfuggire ai paradossi logici che ne derivano.
Questa strategia fa al caso nostro se applicata agli eventi narrati in Interstellar? Escludiamo subito per le ragioni esposte sopra il caso in cui un'umanità già salva (e che ha già vissuto l'esperienza della propria salvezza) viaggi nel passato per salvarsi ( di nuovo?). Non rimane che tentare di "muovere i passi" da un universo parallelo differente e vedere se è possibile che questo entri in qualche modo in contatto con lo stesso universo parallelo specificatamente descritto nel film (che può in seguito divergere per quanto concerne le esperienze vissute dagli individui che lo popolano, individui la cui identità però rimane la stessa nel caso in cui partecipino di più dimensioni; analogamente, il nipote del nostro esperimento mentale incontra la stessa persona che ha generato suo padre, anche se lo incontra in un mondo alternativo in cui le sue azioni potrebbero divergere da quelle attuate in altri universi – potrebbe per esempio sposare un'altra donna e mettere al mondo una persona di cui non si ha riscontro in altre dimensioni parallele ).
Per provare ad articolare una soluzione logicamente coerente dobbiamo postulare quindi l'esistenza di almeno un mondo parallelo rispetto a quello descritto nella parte iniziale del film. Perché almeno uno di essi esista è sufficiente ammettere che nel periodo della carestia uno scienziato particolarmente geniale avesse escogitato una macchina del tempo in grado di viaggiare nel passato e correggere quindi gli errori che sarebbero stati in seguito commessi dagli uomini nel mondo descritto dal film (inquinamento, disboscamento ecc.), errori che, come da copione, costringeranno il pianeta ad una incurabile carestia. Secondo la teoria multiverso, il solo fatto di viaggiare nel passato genera automaticamente un mondo parallelo dotato di un'evoluzione spaziotemporale propria. Immaginiamo che in questo mondo "nuovo", non più problematico dal punto di vista delle scorte alimentari, global warming ecc., si riesca a costruire in futuro un warmhole per agevolare gli spostamenti interstellari e un Tesseratto, ovvero, lo ripetiamo, uno spazio multidimensionale grazie a cui è possibile interagire sia con il passato che con il futuro, (il tempo in uno spazio a 5 dimensioni non è concepito in modo lineare). Aggiungiamo che il livello degli studi scientifici presente su questo pianeta è tale per cui vi è una diffusa consapevolezza dell'esistenza degli universi paralleli e questa circostanza, unita ai racconti dello scienziato e ad una certa sensibilità verso se stessi (narcisismo multi-dimensionale?), ha fatto sì che gli abitanti fossero mossi dal desiderio di salvare gli esseri viventi (loro stessi in una dimensione parallela) alle prese con la carestia.  Ora chiediamoci: gli uomini che vivono su questo pianeta (chiamiamolo P2) possono apportare modifiche alle caratteristiche del pianeta descritto nel film (chiamiamolo P1)? Più in generale, posto che qualsiasi interferenza con il passato genera un universo parallelo che modifica il passato stesso e lo fa transitare su una dimensione alternativa, è concepibile che degli uomini del futuro, provenienti, lo ricordiamo, da un universo parallelo, condividano la propria tecnologia ( warmhole ecc.) con un pianeta in particolare appartenente ad un universo parallelo già esistente?
La risposta, purtroppo per gli abitanti di P1, è negativa, stando alla teoria menzionata. Qualsiasi intervento nel passato infatti genera automaticamente una linea evolutiva spaziotemporale (o universo parallelo) del tutto nuova. Concettualmente, insomma, ogni viaggio nel tempo genera un mondo nuovo, il che ci porta a dire che ogni potenziale incursione nel passato è accompagnata dall'impossibilità di rivivere gli stessi fatti che costituiscono la storia evolutiva specifica dell'universo da cui si è partiti. Come vedremo, volendo intervenire su un P1 preesistente, l'umanità futura vivente in P2 deve avere  in realtà generato P3, almeno seguendo la traccia della teoria multiverso!

Per tentare di salvare in extremis la consistenza logica della narrazione, ci rimane da percorrere un'ultima strada. Secondo questa interpretazione, l'umanità del futuro appartenente al pianeta parallelo P2 ha effettivamente viaggiato indietro nel tempo fino ad un momento T, antecedente al primo viaggio nel tempo da parte del nostro geniale scienziato, in un'epoca quindi in cui non si erano ancora formati i due mondi come entità spaziotemporali distinte. Con gli strumenti tecnologici del "futuro" questi uomini avrebbero predisposto il warmhole e il Tesseratto all'interno del buco nero, dileguandosi successivamente per rientrare nel "loro" autentico futuro. Ora, per così dire, questi uomini avrebbero fallito l'obiettivo della loro missione - i viaggi nel passato creano mondi nuovi e non possono infatti, secondo la teoria multi verso, modificare universi paralleli già costituiti – ma ciò non toglie che il loro intervento avrebbe contribuito comunque alla nascita del mondo parallelo P3. Non si può escludere che alcune caratteristiche dei mondi paralleli siano analoghe: così, nulla vieta di ammettere che le condizioni di vita si siano evolute in modo molto simile a quelle presenti nel mondo P1 e descritte dallo scienziato agli abitanti di P2. Anche in questo universo parallelo P3, cioè, il pianeta potrebbe essersi trovato alle prese con una gravissima carestia, che unita alla siccità, avrebbe determinato in breve tempo la scomparsa dell'umanità.
Il resto è cosa nota. La disponibilità del wormhole e la presenza del Tesseratto nel black hole sono così spiegate nei termini di un paradigma interpretativo forse un po' bizzarro ma in grado di salvare almeno la coerenza logica dell' intero sviluppo narrativo. Certo l'introduzione del viaggio nel tempo dello scienziato, necessaria per calare nel contesto narrativo un mondo parallelo alternativo a quello descritto, è un escamotage pensato assolutamente ad hoc allo scopo di salvare capra e cavoli, ma, d'altra parte,  siamo o non siamo nell'universo parallelo della finzione letteraria, in cui (quasi) tutto è lecito?
#38
In vista del festival di Meteorologia a Rovereto stavo ripassando alcuni concetti fondamentali della nostra disciplina preferita. In particolare mi sono imbattuto in una criticità emersa dall'analisi dei concetti di geopotenziale e altezza geopotenziale e del loro rapporto con altre grandezze come pressione, temperatura e quota altimetrica.
Naturalmente sono consapevole che geopotenziale e altezza del geopotenziale sono due cose distinte, il primo termine indica grossomodo l'energia in Joule che deve essere spesa per vincere il campo gravitazionale e sollevare una massa d'aria unitaria da una certa quota ad un'altra; la seconda espressione fa riferimento al risultato ottenuto dividendo il geopotenziale per l' accelerazione di gravità al suolo ed è pertanto espresso in metri (il geopotenziale è espresso in Joule - 1 J = 1N x 1mt; 1 N= 1kg . m/s2; pertanto 1 J=1kg x 1m/s2 x 1 m; quindi dividendo geopot. espresso in Joule x accelerazione di gravità espressa in m/s2, si ottiene un valore espresso in metri).
Il problema è che, se non sbaglio, l'accelerazione di gravità varia con la quota (diminuendo progressivamente proprio in funzione della quota), quindi volendo essere corretti l'altezza geopotenziale a 500 hpa in un determinato punto NON dovrebbe corrispondere esattamente alla quota altimetrica reale di quel punto. In altre parole, solo se l'accelerazione gravitazionale fosse uniforme su tutto il profilo dell'atmosfera, si potrebbe dire che geopotenziale e altezza geopotenziale corrispondono a meno del prodotto di una costante g0. E' corretto tutto questo?

Altra cosa sono i rapporti fra geopotenziale e temperatura: da quanto ho capito, per non banalizzare l'argomento, è bene essere consapevoli che non esiste un rapporto diretto ma si deve cercare analizzare l'argomento integrandolo con diversi altri elementi (gradiente barico della colonna d'aria, presenza di strati freddi e più densi riscontrabile dai dati provenienti dai radiosondaggi ecc.) 

 
#39
Apro questo topic perchè in mancanza di un archivio storico che possa fornire dati reali e attendibili sulla nivometria della mia attuale zona di residenza, mi pare opportuno tentare di abbozzare qualche ipotesi "stocastica" sulla quantità di neve che in media cade in valle sulla base di analisi comparate mm/t/sinottica. A questo proposito, sto vagliando con interesse i dati provenienti dall'archivio della rete iasma delle stazioni di segno e denno; ne emerge un quadro molto interessante, specie se i dati vengono poi incrociati con le mappe di reanalisi wetterzentrale e con i vari archivi relativi all'osservazione del tempo in altre zone del trentino. In particolare, appare chiaro come in occasione delle perturbazioni atlantiche che hanno dato luogo a situazioni "al limite" nella zona di Martignano (dove risiedevo), in val di Non venivano registrate temperature che hanno consentito nevicate anche di una certa consistenza.
Sono di fretta per cui cito solo questo esempio: 27-28-29 dicembre 2003. Perturbazione atlantica che arriva dopo un azzorriano piuttosto mite per la stagione (no cuscino, solo freddo e neanche tanto inversionale): a Martignano dopo una notte di gelicidio ci fu pioggia per diverse ore...solo la mattina del 29 iniziò a nevicare grazie all'aumento dell'intensità delle precipitazioni che sistemò la colonna d'aria. A Segno temperature sempre intorno allo zero (con frequenti puntate sottozero) e OTTANTA mm di precipitazioni...
Non oso immaginare quanta neve cadde... :o
A presto per nuovi "risultati".
#40
Meteodidattica regionale / I migliori nowcasting
Lun 17 Agosto, 2015, 22:17:55
Che nostalgia ragazzi. Visto che nessuno lo apre lo faccio io. Sto letteralmente piangendo lacrime di commozione nel leggere certe pagine meteo scritte TUTTI assieme. Molti di noi nel corso degli anni hanno fatto degli errori, io per primo, e alcuni forumisti storici ora hanno deciso di non scrivere più provocando un enorme vuoto non solo professionale ma anche e direi soprattutto umano.
Abbiamo scritto pagine che sono un condensato di passione, dedizione, impegno, competenza. Abbiamo avuto il privilegio di condividere periodi meteorologici fantastici, disperarci assieme per degli eventi che sono rimasti solo nelle nostre infinite discussioni, sgretolatesi come castelli in aria di fronte all'ineluttabile durezza di una realtà che mai si plasma secondo i nostri arditi desideri. Ma a volte accade che realtà e fantasia si fondano assieme come in un sogno, così come avvenne ad esempio a fine novembre 2005, quando freddo e neve farinosa hanno bussato alle porte del trentino e noi, increduli ed esterrefatti, abbiamo fissato per sempre emozioni e pensieri su pagine volatili ma preziose come non mai:

http://forum.meteonetwork.it/nowcasting-discussioni-climatiche-italia-settentrionale-e-alpi/7184-nowcasting-trentino-altoadige-2.html

eravamo a fine novembre 2005, all'esordio di uno dei più meravigliosi inverni che i nostri occhi hanno avuto la fortuna di osservare.

Dedicata a tutti coloro che hanno contribuito a valorizzare i momenti belli che abbiamo vissuto assieme


Ascoltami, i poeti laureati
si muovono soltanto fra le piante
dai nomi poco usati: bossi ligustri o acanti.
lo, per me, amo le strade che riescono agli erbosi
fossi dove in pozzanghere
mezzo seccate agguantano i ragazzi
qualche sparuta anguilla:
le viuzze che seguono i ciglioni,
discendono tra i ciuffi delle canne
e mettono negli orti, tra gli alberi dei limoni.
Meglio se le gazzarre degli uccelli
si spengono inghiottite dall'azzurro:
più chiaro si ascolta il susurro
dei rami amici nell'aria che quasi non si muove,
e i sensi di quest'odore
che non sa staccarsi da terra
e piove in petto una dolcezza inquieta.
Qui delle divertite passioni
per miracolo tace la guerra,
qui tocca anche a noi poveri la nostra parte di ricchezza
ed è l'odore dei limoni.
Vedi, in questi silenzi in cui le cose
s'abbandonano e sembrano vicine
a tradire il loro ultimo segreto,
talora ci si aspetta
di scoprire uno sbaglio di Natura,
il punto morto del mondo, l'anello che non tiene,
il filo da disbrogliare che finalmente ci metta
nel mezzo di una verità.
Lo sguardo fruga d'intorno,
la mente indaga accorda disunisce
nel profumo che dilaga
quando il giorno più languisce.
Sono i silenzi in cui si vede
in ogni ombra umana che si allontana
qualche disturbata Divinità.
Ma l'illusione manca e ci riporta il tempo
nelle città rumorose dove l'azzurro si mostra
soltanto a pezzi, in alto, tra le cimase.
La pioggia stanca la terra, di poi; s'affolta
il tedio dell'inverno sulle case,
la luce si fa avara - amara l'anima.
Quando un giorno da un malchiuso portone
tra gli alberi di una corte
ci si mostrano i gialli dei limoni;
e il gelo del cuore si sfa,
e in petto ci scrosciano
le loro canzoni
le trombe d'oro della solarità