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Correlazione pattern autunno/inverno

Aperto da Thomyorke, Mer 19 Ottobre, 2016, 15:11:10

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Thomyorke

Apro questo thread per invitarvi alla riflessione su un tema molto dibattuto su altri lidi: esistono delle relazioni misurabili fra il pattern europeo autunnale ed andamento della stagione invernale (con particolare riferimento alla prima parte dell'inverno)? In altre parole, ci sono delle regolarità riscontrabili attraverso criteri precisi fra le configurazioni che si registrano più frequentemente in autunno e quelle che poi si manifestano con maggiore continuità durante gli esordi della stagione fredda?
Invito chi dispone di un archivio dati a controllare eventuali correlazioni fra sopramedia/sottomedia autunnale ed invernale.
Sono convinto che non esista un vero e proprio algoritmo che ci permetta di fare proiezioni invernali sulla base di quanto succede nei mesi autunnali, è vero però che se andiamo ad analizzare nel dettaglio gli inverni storicamente freddi e nevosi sul nostro territorio noteremo degli elementi che ricorrono e ci permettono di abbozzare delle ipotesi di massima. Per prima cosa prendiamo a riferimento 5 inverni caratterizzati da esordi con episodi nevosi e temperature nella media o sotto: 1984 - 1996 - 2005 - 2008 - 2010.
Ciò che si evince dall'analisi comparativa fra i pattern dominanti durante le stagioni autunnali degli anni citati può essere così brevemente e approssimativamente riassunto:

- precoce tendenza alla formazione di blocking atlantici con accentuazione degli scambi meridiani
- episodi perturbati artici con nevicate a quote mediobasse entro la fine di novembre
- vortice polare mai compatto con frequenti sbilanciamenti verso eurasia
- alta pressione africana solo episodica (non supportata da ao/nao fortemente positivi)
- evoluzione dinamica e piuttosto rapida delle figure bariche (no zonalità per giorni, modifiche consistenti in breve tempo del pattern complessivo)
- almeno una ondata di freddo precoce

Alcune mappe tratte dall'archivio con i tratti configurativi caratteristici sopra delineati:

1984 (spesso citato a sproposito in occasione di esordi stagionali caldo - credo a scopo consolatorio - come l'anno in cui gli episodi invernali esordirono solo con l'ondata di freddo dovuta al possente stratwarming di gennaio)




1996 (l'anno dello storico burian conclusosi con una strepitosa nevicata da raddolcimento)





2005 (inverno precoce, molto e nevoso e con t sottomedia, uno degli inverni più amati degli ultimi 20 anni)










2008 (prima parte dell'inverno dirompente)






2010  (novembre e inizio dicembre da brivido, ad inizio gennaio sfuma per poco una nevicata potenzialmente storica)





Certamente a causa della complessità dei meccanismi studiati dalla fisica dell'atmosfera in cui molteplici fattori concorrono a definire gli aspetti previsionali più concreti, sono i dettagli nel posizionamento delle figure bariche a fare poi la differenza in termini di effetti su porzioni limitate del territorio di riferimento (spesso come sappiamo poche centinaia di km segnano la differenza fra la produttività o meno di una colata fredda su una determinata area, specie se vi si aggiunge il vincolo di ostacoli orografici importanti come le Alpi ) ; in ogni caso penso che si possa senz'altro affermare che esistano delle condizioni generali in assenza delle quali vengono a mancare per così dire i presupposti che definiscono le basi di un episodio invernale. Ad esempio, la presenza di un VP molto profondo e chiuso su se stesso condanna all'anonimato un'intera stagione invernale (ultimi due inverni). Spesso gli inverni caldi e secchi sono preceduti da lunghi periodi autunnali dalle caratteristiche molto divergenti rispetto a quelle elencate sopra. Prendiamo il 2006 e il 2014: autunno caldo, vp forte, situazione poco dinamica e bloccata, con profonde depressioni ad w del continente che affondano sovente a sud determinando possenti risposte africane sul nostro territorio. Ecco 2 mappe rappresentative di autunni poco proiettati verso l'inverno, seguiti in effetti da stagioni invernali assolutamente anomale sia a livello termico (con picchi record) che nivometrico rispetto alla medie di riferimento:






www.meteomollaro.it 

Il 28 dicembre 2020 verrà festeggiato come il 25 Aprile della meteorologia trentina. Amen.

Thomyorke

#1
Osservate come un VP fortemente accelerato appiattisca di fatto gli scambi meridiani in sede europea generando uno scenario che definirei "gattopardiano": vi è una sistematica reiterazione nella disposizione media delle figure bariche e ogni mossa che esce dallo schema viene controbilanciata ed equilibrata fino al ritorno alla situazione di partenza. Il mantenimento dello schema è certamente favorito dalla disposizione delle SSTA nel vicino atlantico che concorre alla formazione della cosiddetta falla iberico-portoghese, una delle principali figure responsabili del rafforzamento dell'hp sul mediterraneo. Davvero singolare la cristallizzazione del pattern atmosferico che si "autoalimenta" mantenendosi in una sorta di equilibrio dinamico (autunno 2014):













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Il 28 dicembre 2020 verrà festeggiato come il 25 Aprile della meteorologia trentina. Amen.

MrPippoTN

Se ho ben capito, Franz, la tua teoria è più o meno questa: "negli ultimi anni gli inverni che hanno dato maggiori soddisfazioni sono stati quelli partiti in quarta sin dall'autunno".

Non so. Non vorrei che il presunto legame tra un bell'autunno e un inverno ricco di soddisfazioni fosse solo il frutto dei tuoi auspici di iniziare a divertirti già da adesso, quando invece prima di metà novembre oramai c'è ben poco da vedere, a parte il foliage (che con la meteorologia, tra l'altro, ha ben poco a che vedere, per la verità).

Per vedere se hai ragione, reputo che sarebbe necessario ricorrere ad un'analisi degli archivi un po' più organica, anziché episodica. Questo perché spesso le analisi fondate sugli episodi rimasti impressi sono lo specchio della nostra memoria selettiva, e non mi sembra il massimo. Pertanto, se qualcuno trova un sistema utile a sintetizzare in modo complessivo i pattern dominanti nei mesi autunnali degli ultimi trent'anni, per dire, si faccia avanti, altrimenti qual è il criterio per capire come sono stati gli inverni iniziati in modo precoce? I tuoi ricordi, Franz? Temo sia un metodo poco scientifico.

Aggiungo una riflessione: visto che negli ultimi anni fa più caldo che in passato, diventa giocoforza sempre più raro assistere a degli autunni caratterizzati da eventi perturbati di stampo invernale. Cosa significa, questo? Le statistiche parlano chiaro: gli inverni sono sempre più brevi, quindi non ha senso sorprendersi del fatto sarà sempre più raro vivere anticipi di inverno. L'abbiamo detto in tutti i modi: ormai il clima è cambiato e durante il semestre "freddo" non ci resta che sperare di consolarci con qualche bell'episodio, merce tra l'altro sempre più rara. Ma le stagioni non sono più quelle di una volta, e non è una frase fatta. Non è solo una questione di temperature, sono le configurazioni bariche ad essere cambiate, perché i pattern autunnali sono più tardivi, più blandi e gli affondi perturbati interessano latitudini mediamente più alte che in passato.

D'altra parte, se è vero che il freddo degno di tal nome oramai si riduce ad un paio di settimane concentrate tra dicembre e gennaio, diventa abbastanza logico aspettarsi autunni anonimi. Conseguentemente è quasi ovvio che un inverno anonimo sia preceduto da un autunno caldo e condizionato dall'anticiclone africano. Questo, Franz, potrebbe indurti ad illuderti che per vedere una bella invernata serva iniziare a vedere qualche anticipo d'inverno già da fine ottobre, ma di fatto questa carenza di episodi freddi e perturbati è una conseguenza più che una causa del fatto che ormai è sempre più probabile vivere delle invernate anonime.

Forse per smentire la tua teoria bisognerebbe vedere se ci sono stati inverni con ottimi episodi nevosi anche a fondovalle preceduti da autunni schifosi. Io sono pronto a scommettere che sì, ce ne sono stati. Non ho prove per dimostrarlo, solo la convinzione che il tuo discorso sia un po' scontato (ovvio che se fa caldo l'autunno sarà sempre più destinato a fare schifo, dopodiché è molto probabile che farà schifo anche l'inverno, ma non è detto: grazie al cielo esiste ancora una componente molto aleatoria, quella degli episodi, che spesso possono imprimere una svolta alla percezione di un'invernata).

bantu86

Non è strettamente correlato al Trentino, ma per l'ER dove abitavo al tempo, il febbraio 2012 rappresenta già un anno discordante rispetto a questa teoria. Il tempo fu caldo e secco (dalla prima collina, a Piacenza non vidi il sole per 3 mesi a causa della nebbia dovuta all'anticiclone) durante tutto il tardo autunno e gennaio fino alle 3 settimane di gelo storico di febbraio. Ovviamente fu un unico episodio in un inverno anomalo che ahimè supporta la teoria del Pippo che ormai bisogna vivere di episodi fortunati e sporadici.

Thomyorke

Citazione di: MrPippoTN il Mer 19 Ottobre, 2016, 17:18:56
Se ho ben capito, Franz, la tua teoria è più o meno questa: "negli ultimi anni gli inverni che hanno dato maggiori soddisfazioni sono stati quelli partiti in quarta sin dall'autunno".

Non so. Non vorrei che il presunto legame tra un bell'autunno e un inverno ricco di soddisfazioni fosse solo il frutto dei tuoi auspici di iniziare a divertirti già da adesso, quando invece prima di metà novembre oramai c'è ben poco da vedere, a parte il foliage (che con la meteorologia, tra l'altro, ha ben poco a che vedere, per la verità).

Per vedere se hai ragione, reputo che sarebbe necessario ricorrere ad un'analisi degli archivi un po' più organica, anziché episodica. Questo perché spesso le analisi fondate sugli episodi rimasti impressi sono lo specchio della nostra memoria selettiva, e non mi sembra il massimo. Pertanto, se qualcuno trova un sistema utile a sintetizzare in modo complessivo i pattern dominanti nei mesi autunnali degli ultimi trent'anni, per dire, si faccia avanti, altrimenti qual è il criterio per capire come sono stati gli inverni iniziati in modo precoce? I tuoi ricordi, Franz? Temo sia un metodo poco scientifico.

Aggiungo una riflessione: visto che negli ultimi anni fa più caldo che in passato, diventa giocoforza sempre più raro assistere a degli autunni caratterizzati da eventi perturbati di stampo invernale. Cosa significa, questo? Le statistiche parlano chiaro: gli inverni sono sempre più brevi, quindi non ha senso sorprendersi del fatto sarà sempre più raro vivere anticipi di inverno. L'abbiamo detto in tutti i modi: ormai il clima è cambiato e durante il semestre "freddo" non ci resta che sperare di consolarci con qualche bell'episodio, merce tra l'altro sempre più rara. Ma le stagioni non sono più quelle di una volta, e non è una frase fatta. Non è solo una questione di temperature, sono le configurazioni bariche ad essere cambiate, perché i pattern autunnali sono più tardivi, più blandi e gli affondi perturbati interessano latitudini mediamente più alte che in passato.

D'altra parte, se è vero che il freddo degno di tal nome oramai si riduce ad un paio di settimane concentrate tra dicembre e gennaio, diventa abbastanza logico aspettarsi autunni anonimi. Conseguentemente è quasi ovvio che un inverno anonimo sia preceduto da un autunno caldo e condizionato dall'anticiclone africano. Questo, Franz, potrebbe indurti ad illuderti che per vedere una bella invernata serva iniziare a vedere qualche anticipo d'inverno già da fine ottobre, ma di fatto questa carenza di episodi freddi e perturbati è una conseguenza più che una causa del fatto che ormai è sempre più probabile vivere delle invernate anonime.

Forse per smentire la tua teoria bisognerebbe vedere se ci sono stati inverni con ottimi episodi nevosi anche a fondovalle preceduti da autunni schifosi. Io sono pronto a scommettere che sì, ce ne sono stati. Non ho prove per dimostrarlo, solo la convinzione che il tuo discorso sia un po' scontato (ovvio che se fa caldo l'autunno sarà sempre più destinato a fare schifo, dopodiché è molto probabile che farà schifo anche l'inverno, ma non è detto: grazie al cielo esiste ancora una componente molto aleatoria, quella degli episodi, che spesso possono imprimere una svolta alla percezione di un'invernata).

La mia non voleva essere un'analisi quanto piuttosto una sorta di interrogativo rivolto a chi è in possesso di un archivio abbastanza completo da risultare attendibile ai fini di una comparazione fra temperature medie registrate nel trimestre autunnale e quelle registrate in inverno. Poi nel caso in cui il riscontro fosse positivo si potrebbe passare ad analizzare la correlazione fra le anomalie dei geopotenziali delle due stagioni in relazione ad un campione stabilito di annate e verificare se c'è un'analogia fra la distribuzione delle figure bariche. Io ho solo messo in luce ciò che mi pare di aver colto analizzando l'archivio wetterzentrale anche alla luce di riscontri assolutamente oggettivi come dati sulle temperature medie mensili degli anni citati (non me lo invento io che l'esordio invernale 2005 fu più freddo della media, esistono dei dati che ho consultato; così vale per gli altri inverni citati).
Non so, ricondurre tutto al gw mi pare riduttivo. E fuori argomento. Anche nel 2010 eravamo in regime di gw eppure io vedo un filo rosso che fa collega le nevicate precoci a quote medio-basse di ottobre e lo splendido esordio invernale a fine novembre...
Anche in regime di gw esistono delle belle differenze fra un anno e l'altro e quello che potrebbe portarci fuori strada è considerare le ultime tre annate come se rappresentassero la normalità del nostro clima attuale.
Altra cosa - scusa se rispondo in modo disorganico ma sono di fretta - io non sostengo che vi sia una relazione causa effetto fra pattern autunnali di un certo tipo e pattern invernali simili: la mia posizione è più "debole" e si limita ad osservare una sorta di inerzia atmosferica per la quale la natura tende a seguire strade già percorse secondo un principio simile a quello di conservazione dell'energia. Alla luce di questo potrebbe essere ragionevole pensare che un VP "spappolato" a fine ottobre possa rappresentare un buon indizio per sperare in un inizio inverno promettente... ;)
www.meteomollaro.it 

Il 28 dicembre 2020 verrà festeggiato come il 25 Aprile della meteorologia trentina. Amen.

Flavioski

Citazione di: Thomyorke il Mer 19 Ottobre, 2016, 17:52:15
............................
Altra cosa - scusa se rispondo in modo disorganico ma sono di fretta - io non sostengo che vi sia una relazione causa effetto fra pattern autunnali di un certo tipo e pattern invernali simili: la mia posizione è più "debole" e si limita ad osservare una sorta di inerzia atmosferica per la quale la natura tende a seguire strade già percorse secondo un principio simile a quello di conservazione dell'energia. Alla luce di questo potrebbe essere ragionevole pensare che un VP "spappolato" a fine ottobre possa rappresentare un buon indizio per sperare in un inizio inverno promettente... ;)

Sono complessivamente d'accordo, in particolare sulla parte che ho quotato; è una cosa che a mio modo ho osservato e sottolineato anch'io in passato.

E a proposito di passato non hai citato il 1981, altro esempio importante in questo senso: affondo perturbato "freddo" fra il 26 e il 28 settembre, con neve sotto i 2000 metri; un mese dopo, altro affondo fra il 25 e il 27 ottobre, con neve addirittura fino a Trento città il 26; a metà novembre altro episodio freddo stavolta orientale, per cui sterile a livello di prp, poi il 27 rapido affondo nordatlantico con un'altra breve nevicata in città, e da metà dicembre a fine anno l'apoteosi nevosa, con nevicate top il 18, 21-22 e 28-29/12; il tutto intervallato da pause anticicloniche anche piuttosto lunghe. Il resto dell'inverno fu poi relativamente anonimo, ma la stagione con degli episodi simili era già altro che salvata!

Questo a livello per così dire generale, poi comunque come dice il Pippo per le nostre lande ci dobbiamo un po' scontrare con l'andazzo degli ultimi tempi, soprattutto a bassa quota, ma senza nulla togliere a un certo <ritmo inerziale> di fondo, se così si può definire.


yakopuz

In idrologia la persistenza conta molto ovvero il sistema ha memoria. Ad esempio le anomalie di temperature dell oceano o di copertura nevosa o di umidità del terreno creano persistenza.
Il futuro e' nel presente ... devi solo sapere dove e'

MrPippoTN

Nell'inverno 1984-1985 fino a fine dicembre si ebbe HP e zero neve sugli impianti. Poi arrivò l'evento del secolo. Come la mettiamo? Mi sembrano supposizioni un po' campate per aria. Secondo me, molto più semplicemente, fa sempre più caldo quindi l'ingerenza delle HP subtropicali è aumentata perché tutto l'impianto emisferico è salito di latitudine, tutto qui.

Flavioski

Citazione di: MrPippoTN il Gio 20 Ottobre, 2016, 09:53:59
Nell'inverno 1984-1985 fino a fine dicembre si ebbe HP e zero neve sugli impianti. Poi arrivò l'evento del secolo. Come la mettiamo? Mi sembrano supposizioni un po' campate per aria. Secondo me, molto più semplicemente, fa sempre più caldo quindi l'ingerenza delle HP subtropicali è aumentata perché tutto l'impianto emisferico è salito di latitudine, tutto qui.

Faccio l'avvocato del Franz, riportando una parte del suo thread che forse ti è sfuggita:

<Alcune mappe tratte dall'archivio con i tratti configurativi caratteristici sopra delineati:

1984 (spesso citato a sproposito in occasione di esordi stagionali caldo - credo a scopo consolatorio - come l'anno in cui gli episodi invernali esordirono solo con l'ondata di freddo dovuta al possente stratwarming di gennaio)

   
.......................................... >

In effetti alcuni autunni apparentemente secchi o anche miti hanno però avuto esordi simili, che si sono poi concretizzati in buoni episodi invernali più avanti; nello stesso 1981 che ho citato io ieri sera, ad esempio, novembre fu in gran parte anticiclonico e assolutamente secco, tanto che l'unica precipitazione nell'intero mese fu la breve nevicata nella notte fra il 27 e il 28/11 di cui ho parlato.

A memoria cito anche l'autunno 1977, introdotto da un episodio freddo verso metà settembre, ma che poi vivacchiò nella mitezza fino a metà novembre da quanto ricordo; poi dopo un altro episodio freddo proprio a metà mese dal 21/11 cominciò la prima di una serie di nevicate che portarono 2 metri complessivi in valle a fine inverno (ok, erano altri tempi, ma insomma...). E in tempi più recenti, nel 2008 in ottobre ci fu una lunga fase anticiclonica e fra il 4 e il 27/10 non cadde una sola goccia d'acqua.

Insomma, forse c'è più da preoccuparsi quando mancano del tutto gli affondi freddi precoci (magari già da settembre), cosa questa che purtroppo negli ultimi autunni è piuttosto frequente anche in virtù di quanto dici a proposito dell'aumento medio di latitudine delle configurazioni che ci riguardano da vicino, cosa che mi trova d'accordo e sulla quale avevo anche letto conferme qua e là in rete (e i cui effetti si ritrovano anche sulla regressione della nivometria a bassa quota, purtroppo); poi chiaro che ciascuno ha le sue idee, e comunque nella meteo nulla può essere preso per oro colato...

:ciao:






MrPippoTN

#9
Si ma qui si continua a procedere in modo episodico, io vorrei un metodo per analizzare sistematicamente una serie cospicua di anni e tracciare una statistica. Ci provo io. Cominciamo con l'analizzare l'indice EA dagli anni 50 ad oggi, mese per mese.

Perché l'indice EA? Perché quando l'indice EA è positivo significa che, sostanzialmente, un mese è stato caratterizzato prevalentemente dall'ingerenza dell'anticiclone subtropicale sul continente Europeo. Insomma, semplificando, è stato un mese prevalentemente di HP.

Ecco gli scarti dalla media 1981-2010: ftp://ftp.cpc.ncep.noaa.gov/wd52dg/data/indices/ea_index.tim

Tra poco inserisco un po' di grafici nel thread.


MrPippoTN

Ecco un po' di grafici:
















Osservate questi grafici. Vi faccio notare che l'anomalia è in costante aumento nel tempo (il che significa che il dominio anticiclonico sull'Europa è progressivamente sempre più forte, a proposito di effetti del Global Warming).

MrPippoTN

Vi ingrandisco gli ultimi 5 decenni, ovvero dagli anni 70 in poi:











Cominciamo a guardarli bene, e facciamoci una pensata.

MrPippoTN

#12
Allego una tabella in Excel che tenta di mettere in relazione il pattern dell'EA INDEX nei mesi di ottobre e novembre con lo stesso pattern nei mesi di dicembre, gennaio e febbraio. A margine le nevicate stagione per stagione a Gardolo dal 1976. Francamente io trovo tutto abbastanza aleatorio, anche se negli ultimissi anni, effettivamente, una stagione partita con EA positivo si è spesso conclusa con EA positivo e allo stesso modo se è partita con EA negativo spesso si è conclusa con EA negativo. La mia conclusione però è che la tesi del Franz sia ancora un po' tutta da dimostrare: non mi pare esista una continuità "matematica" tra pattern autunnali e pattern invernali, ma magari sbaglio, attendo interpretazioni diverse. Magari posso tentare di individuare una percentuale probabilistica basata su questi dati.

Tra l'altro vedo che non esiste neppure una grande corrispondenza tra EA INDEX e nevicate. In altre parole, secondo me, da noi la nevosità è più legata ai singoli episodi che all'andamento stagionale e la partenza della stagione, dal punto di vista dei pattern (vedi titolo del thread) conta solo fino a un certo punto.




yakopuz

Bisognerebbe allargare un po l´area di indagine, ad esempio prendere in considerazione tutta un area climaticamente abbastanza omogenea il versante sud alpino.
Magari si creano delle condizioni favorevoli in generale, ma poi l´avere o il non avere la bella nevicata in regione e´ molto piu aleatoria la cosa.
Magari si ha nel nord overst, o nel nord est. Dipende dal singolo episodio.
Oppure vedere la nevosita un po piu in quota come a 1000 m, che e´gia un po meno aleatoria.
Il futuro e' nel presente ... devi solo sapere dove e'

MrPippoTN

#14
Citazione di: yakopuz il Ven 21 Ottobre, 2016, 10:40:16
Bisognerebbe allargare un po l´area di indagine, ad esempio prendere in considerazione tutta un area climaticamente abbastanza omogenea il versante sud alpino.
Magari si creano delle condizioni favorevoli in generale, ma poi l´avere o il non avere la bella nevicata in regione e´ molto piu aleatoria la cosa.
Magari si ha nel nord overst, o nel nord est. Dipende dal singolo episodio.
Oppure vedere la nevosita un po piu in quota come a 1000 m, che e´gia un po meno aleatoria.

Questo discorso vale solo per la relazione tra EA e nevicate, ma i pattern sono pattern (vedi titolo del thread) e il ragionamento sulla loro continuità è fattibile a prescindere, perché non avviene su scala locale ma emisferica.

Il dato delle nevicate a Gardolo rappresenta solo una curiosità in più per noi, e mi sembra torni utile per farci capire che da noi la correlazione tra EA Index e nevosità di un'inverno non è poi così stretta. In altre parole, possiamo avere anche un inverno mediamente caratterizzato da alta pressione, ma se una manciata di rari episodi perturbati scaricano su Trento 80 cm di neve, di fatto registriamo un inverno nevoso. Al di là di questo, però, è importante capire che più è basso l'EA index, più aumentano le probabilità (non ho detto certezze, ho detto probabilità) di avere precipitazioni e di conseguenza nevicate (ammesso che faccia sufficientemente freddo, merce sempre più rara).